Ucciso a 10 anni dal padre, la rabbia della madre di Matias: “Perché non lo avete fermato?”
"Perché non lo avete fermato?". Queste le parole che ha ripetuto più volte al sostituto procuratore Stefano D'Arma la madre di Matias, il bimbo ucciso dal padre martedì 16 novembre. A riportarle è Il Messaggero. La donna è distrutta, in stato di shock: uscita dall'ospedale, è stata trasferita in una struttura protetta. Da settembre scorso su Mirko Tomkow pendeva un ordine restrittivo: non poteva avvicinarsi né alla moglie né al figlioa causa dei suoi comportamenti violenti. Il provvedimento era stato preso in seguito a un indagine svolta d'ufficio dai carabinieri e dalla Procura, che hanno chiesto al giudice di allontanare il 44enne. L'uomo aveva già minacciato di morte la moglie varie volte: aveva seri problemi di alcolismo e violenza, e la moglie aveva deciso di mandarlo via per non farlo stare a contatto con Matias. Fino a martedì, quando Mirko si è fatto aprire la porta di casa dal piccolo, che forse si trovava da solo in attesa che la mamma tornasse dal lavoro.
Ascoltato oggi dalla Gip Mirko Tomkow sull'omicidio del figlio
Oggi sarà ascoltato dalla giudice per le indagini preliminari Mirko Tomkow, che ieri è già stato sentito dal sostituto procuratore. Dopo 48 ore di incoscienza l'uomo è apparso lucido e vigile. Sarà la gip a decidere oggi se convalidare o meno l'arresto e quale misura cautelare disporre, se il trasferimento in carcere o altro. Al momento l'uomo è ancora piantonato all'ospedale di Belcolle, dove era stato trasferito in seguito all'omicidio in codice rosso. Quando l'ex moglie lo ha trovato non era cosciente: il personale sanitario del 118 lo ha rianimato sul posto, riuscendo a salvargli la vita. Per il piccolo Matias, di soli dieci anni, non c'è stato invece nulla da fare, era già morto quando la madre è entrata in casa.
L'omicidio di Matias: il piccolo aveva naso e bocca tappate
Matias aveva bocca e naso tappati con lo scotch quando è stato trovato dai carabinieri. Un particolare che aggiunge un elemento importante per le indagini, facendo capire che il gesto di Mirko Tomkow era premeditato. Prima il 44enne ha fatto in modo che il piccolo non potesse chiedere aiuto, poi gli ha tagliato la gola con un coltello da cucina, lasciandolo a morire nel cassettone del letto matrimoniale. Sul posto è stato rinvenuto un lenzuolo intriso di una sostanza infiammabile, segno che forse Tomkow dopo l'omicidio del piccolo voleva dare anche fuoco alla casa.