Uccise la moglie nel sonno: giornalista Rai assolto per incapacità di intendere e di volere
È stato assolto perché incapace di intendere e di volere Gianluca Ciardelli, il giornalista Rai che nel maggio 2021 uccise la moglie nel quartiere Balduina a Roma. Dovrà rimanere in una Residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza (Rems, strutture per detenuti con problemi psichiatrici) per quindici anni. "Da rappresentante dell'accusa, a fronte di un efferato delitto come questo avrei chiesto il massimo della pena – ha dichiarato il pubblico ministero Antonio Verdi – Ma in questo caso l'atto è stato commesso in stato di incapacità di intendere e di volere del soggetto".
Ciardelli uccise la moglie nel sonno, colpendola con un oggetto contundente. Poi chiamò il figlio, dicendo "mamma non si sveglia, le hanno fatto qualcosa". Quando i carabinieri entrarono nell’appartamento, lo trovarono mentre leggeva nel letto accanto al corpo di Tomei, ormai deceduta.
È stato appurato che Gianluca Ciardelli soffre da circa quarant’anni di problemi psichiatrici molto seri. Quando ha ucciso la moglie non prendeva farmaci da un paio di settimane: aveva anche mentito al suo psichiatra, garantendogli che stava continuando a curarsi quando in realtà non era vero. Ciardelli è stato visitato dagli psichiatri Rolando Paterniti e Vittorio Fineschi, che lo hanno definito "un soggetto affetto da una grave forma di disturbo bipolare maniacale", che provò a far sparire le macchie di sangue con "candeggina che non ha effetti". Tentò anche di far sparire i cocci in ceramica con cui colpì la moglie con tentativi "grotteschi e maldestri". Data la perizia, il pubblico ministero aveva chiesto l’assoluzione per vizio totale di mente.
Già due anni fa Gianluca Ciardelli si era reso noto alle cronache per essere entrato in piazza San Pietro con un motorino, urlando in mezzo ai pellegrini frasi prive di senso. Sembra sia affetto da un grave disturbo dell'umore, peggiorato poi nel corso degli anni.