Uccise i figli a Rebibbia, la psichiatra che l’aveva in cura rischia il processo: “Non la visitò”
Non visitò per tre volte la sua paziente Alice Sebesta, la detenuta tedesca che il 18 settembre di due anni fa ha ucciso i suoi due figli di sei mesi e due anni, lanciandoli dalla tromba delle scale nella Sezione femminile del carcere di Rebibbia. La psichiatra che aveva in cura la mamma è indagata con l'accusa di omicidio colposo per aver omesso di visitarla come avrebbe dovuto. La trentasettenne, assolta lo scorso dicembre per vizio totale di mente infatti, doveva essere tutelata e per le sue condizioni psichiche, non avrebbe dovuto trovarsi in carcere, ma in una Rems. Ora la psichiatra rischia di finire a processo.
Uccise i figli in carcere, detenuta assolta per vizio totale di mente
Lo scorso dicembre il giudice dell'udienza preliminare ha assolto per vizio totale di mente Alice Sebesta, dichiarata incapace d'intendere e di volere, come emerso dalla perizia psichiatrica. Fuori dal carcere dovrà passare quindici anni in una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, una struttura sanitaria di accoglienza dedicata alle persone che hanno compiuto reati affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi.
L'omicidio di Faith e Divine
Alice al momento in cui sono avvenuti i drammatici fatti si trovava in carcere per droga, arrestata il 28 agosto precedente all'omicidio. La donna era seguita da una psichiatra che aveva il compito di occuparsi di lei e monitorare il suo stato di salute, ma secondo quanto appreso in sede d'indagine, la detenuta aveva già manifestato prima di uccidere figli, un'insofferenza verso di loro, fino ad affermare, dopo aver compito il delitto, in uno stato delirante, "li ho liberati, ora stanno bene". I piccoli Faith e Divine sono stati lanciati dalla troba delle scale, la bimba, di sei mesi, è morta sul colpo, mentre il maschietto di due anni è deceduto qualche giorno dopo all'ospedale pediatrico Bambino Gesù, dov'è arrivato in condizioni disperate per il grave trauma cranico riportato che ha compromesso gravemente le funzioni cerebrali.