Uccisa perché non voleva prostituirsi, la teste in aula: “Assistente sociale non volle intervenire”
Nessuno si è mosso per aiutarla: né la sua famiglia, che anzi l'ha uccisa, né gli assistenti sociali. Quest'ultimi nonostante fossero stati avvertiti della situazione in cui versava la ragazza, riempita di botte e costretta a prostituirsi dalla zia e dal compagno, non avrebbero fatto nulla per aiutarla. Questo quanto emerso in aula durante il processo a S. N., l'assistente sociale incaricata di seguire Gloria Pompili, la 23enne madre di due figli ammazzata di botte dalla zia e dal compagno perché non voleva più prostituirsi. Per evitare che la ragazza si rifiutasse, la zia e il compagno mettevano i figli piccoli di Pompili in una cassetta fuori dal balcone, appesi a due metri e mezzo di altezza. E proprio quest'episodio è stato al centro della testimonianza di una vicina di casa della vittima, che ieri ha parlato in aula.
"Un giorno sono passata davanti la mia casa ed ho visto i bambini di Gloria che piangevano in piedi dentro ad una cassetta che era stata legata con un filo della televisione alla ringhiera del balcone – ha dichiarato, come riportato da Il Messaggero, la donna ieri in aula -. I bimbi si trovavano almeno a due metri e mezzo da terra, quindi avevo il terrore che potessero cadere. Così senza pensarci due volte mi sono recata presso gli uffici dei servizi sociali e proprio all’imputata ho detto di aver visto i due bambini di Gloria in una cassetta sospesi nel vuoto. Ma la sua risposta è stata : ‘fai una foto e mandamela'. Dopo di che mi ha liquidato subito. Io terrorizzata da quella scena sono ritornata in via Bellini la cassetta stava ancora lì mai i bimbi erano stati portati via. Così di nascosto ho preso una scala e mi sono arrampicata fino a prendere quel contenitore . Dopo aver tagliato quel filo che lo reggeva l’ho tolto da lì e sono andata a gettarlo lontano. Avevo paura che qualcuno mi vedesse. Sapevo di rischiare molto, ma in quel momento, ho pensato che almeno quel giorno i bimbi non sarebbero stati in pericolo".
Gloria Pompili è stata uccisa dalla zia Loide Del Prete e dal compagno, Helesh Salem. Aveva avuto due figli giovanissima, e si era trasferita a casa della zia per aiutarla con la frutteria di famiglia. Così però non è stato: la donna e il compagno l'hanno costretta a prostituirsi più volte. Se si rifiutava la picchiavano e la minacciavano usando i suoi figli. Fino a quando una notte, sulla Monti Lepini, l'hanno presa a bastonate, perforandole un polmone. La giovane è morta poco dopo davanti agli occhi dei figli.Loide De Prete e Saad Mohamed Elesh Salem, responsabili di omicidio volontario aggravato, sono stati condannati a vent'anni di carcere.