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Uccide il fratello con le forbici, Amelia Tufano in carcere: trovati appunti con deliri religiosi

La donna, che soffre di schizofrenia da quando aveva venticinque anni, si trova ora nel carcere di Rebibbia. In casa sono stati trovati appunti con deliri religiosi su chiesa e diavoli.
A cura di Natascia Grbic
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Immagine di repertorio
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Ha aggredito il fratello mentre dormiva, colpendolo alla giugulare con delle forbici da sarta, lavoro che svolgeva anni fa prima di ammalarsi. Amelia Tufano ha ucciso il fratello maggiore Pasquale, di un anno più grande di lei, colpendolo ripetutamente con le forbici mentre si trova a letto, accanto all'anziana madre di 92 anni. L'omicidio è avvenuto nella loro abitazione di viale Kennedy a Ciampino. Una volta morto, ha continuato a colpirlo con un coltello prima di andare dall'alto fratello e cercare di uccidere anche lui. L'uomo, secondo quanto riportato da Il Corriere della Sera, è riuscito a salvarsi dopo aver colpito la sorella con un mattone in testa. La 66enne si trova adesso nel carcere di Rebibbia, è accusata di omicidio volontario. Da capire se, visto il suo stato mentale, sarà poi confermata la permanenza in carcere o disposto il trasferimento in un'altra struttura.

Secondo quanto emerso da una prima fase delle indagini condotte dai carabinieri, la donna soffrirebbe di una grave forma di schizofrenia da quando aveva venticinque anni. Era in cura presso il centro di salute mentale di Ciampino, ma da anni le sue condizioni erano ulteriormente peggiorate, tanto che in casa i familiari avevano cercato di far sparire tutti gli oggetti affilati. Già nel 2020, infatti, Amelia Tufano aveva aggredito il fratello con la statua di una Madonna. Quel gesto non aveva avuto fortunatamente gravi conseguenze, ma è indice del fatto che la donna aveva già provato a fare del male all'uomo. Sembra che la 66enne, infatti, ce l'avesse con lui in particolare.

In casa gli investigatori hanno trovato un quaderno con all'interno frasi e deliri religiosi su chiesa e diavoli. Tutto è stato sequestrato in modo da capire se l'omicidio sia stato programmato, o se sia stato un gesto improvviso e non premeditato.

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