Tsunami e onde anomale, anche la regione Lazio ha un piano per la gestione dei maremoti
La penisola italiana è conosciuta per il suo territorio ad alto rischio sismico. Tutti e tutte ricordiamo i terremoti che hanno sconvolto la vita del nostro Paese, avvenuti anche piuttosto recentemente, ma in pochi sanno che, pur trovandosi all'interno del mar Mediterraneo, un mare quasi "chiuso", anche l'Italia è a rischio tsunami. Gli esempi più recenti e devastanti si sono registrati nelle zone del meridione e si sono abbattute sulle coste della Sicilia orientale, della Calabria, della Puglia e dell’arcipelago delle Eolie.
Proprio per questa ragione l'Italia ha prodotto mappe di inondazione da maremoto riguardanti tutte le coste del Paese, definendo due zone di allerta, una arancione e una rossa, per la Sicilia e la Calabria, le due regioni più a rischio. Anche la regione Lazio, però, per scongiurare il rischio di questo tipo calamità naturali e ridurre le eventuali conseguenze, ha preso alcuni provvedimenti.
Il monitoraggio dei dati dell'Ispra
L'Ispra, cioè l'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, fa parte del SiAM, sistema nazionale di allerta per i maremoti indotti da sisma, istituito nel 2017. Promosso e coordinato dal Dipartimento della Protezione Civile, il Siam coinvolge anche l’Istituto di geofisica e vulcanologia. Il ruolo dell'Ispra è quello di fornire in tempo reale i dati rilevati dalla rete mareografica del livello del mare per verificare se esista o meno un rischio di maremoto soprattutto nelle aree costiere a seguito di un evento sismico con epicentro nel mare. In questo caso, effettuando un'analisi a partire dai dati raccolti, si è in grado di avere una stima approssimativa dei tempi di arrivo delle onde e dei tratti costieri interessati: una volta ricevute queste risposte, si provvede ad informare rapidamente la Protezione Civile che lancia l'allerta.
Le esercitazioni di Latina e Roma
Nell'ambito del piano per i maremoti organizzato dalla regione Lazio, nel 2019 e nel 2020 sono state svolte due esercitazioni. La prima, nell'ottobre del 2019, è stata a Latina: oltre all'Agenzia Regionale di Protezione Civile e alla Prefettura, hanno partecipato in qualità di osservatori i funzionari del DPC, dell’INGV e dell’Agenzia Regionale. In questa occasione, però, hanno partecipato anche i comuni di Fondi, Formia, Gaeta, Itri, Latina, Minturno, Ponza, Sabaudia, Terracina e Ventotene. Circa 100 persone hanno collaborato per gestire al meglio l'evento.
Nel 2020, poi, si è tenuta a Roma una seconda esercitazione chiamata "Maremoto Nord", organizzata dall’Agenzia Regionale di Protezione Civile della Regione Lazio d’intesa insieme alla Prefettura di Roma, il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile e i Comuni litoranei della provincia che ha coinvolto i comuni di Civitavecchia, Santa Marinella, Tolfa, Cerveteri, Fiumicino, Roma Capitale, Pomezia, Ardea, Anzio e Nettuno. Anche in questo sono state 100 le persone che hanno interagito per la gestione dell'evento.