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Truffa agli anziani: “Abito al piano di sopra, mi è caduto un orecchino”. Si fa aprire e svaligia la casa

Una volta entrata in casa, un complice ha derubato la coppia di tutti i loro averi. La nipote a Fanpage.it: “Mi ha chiamato la nonna, era in lacrime: hanno rubato anche i regali che le aveva fatto mio papà, che non c’è più”.
A cura di Beatrice Tominic
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Si è finta un'inquilina dei piani superiori per farsi aprire le porte di casa. "Stavo sgrullando le lenzuola, quando mi è caduto un orecchino. È finito in balcone, fra i suoi vasi". Nel frattempo, però, un complice è entrato in casa e l'ha svaligiata.

È quanto accaduto ad una coppia di anziani alla Montagnola, nella zona sud ovest della capitale. I fatti risalgono alla giornata di mercoledì 15 gennaio 2025, quando l'anziana è stata avvicinata da una donna all'altezza del portone del palazzo in cui abita. A raccontare quanto accaduto a Fanpage.it è stata la nipote della coppia. "Mia nonna mi ha chiamato in lacrime – ha spiegato – Diceva che erano stati truffati e che avevano perso tutto. Ho subito chiamato i carabinieri e li ho raggiunti a casa".

La incontra sotto il portone e la truffa: cosa è successo

"Erano le 11.15 quando una donna sulla quarantina, di corporatura robusta, alta circa un metro e sessanta e con i capelli biondi e a caschetto, ha avvicinato mia nonna – spiega a Fanpage.it la nipote dell'anziana, una ottantottenne, truffata – Si trovava all'altezza del portone del palazzo in cui abita, stava rincasando, quando è stata fermata".

Secondo quanto raccontato da sua nonna, la donna, ben vestita e curata, si sarebbe mostrata gentile ed affabile ."Le ha detto che viveva al sesto piano e che, sgrullando le lenzuola, le era caduto un orecchino – continua – Il gioiello si trovava sul balcone di mia nonna, che invece vive al quarto piano, in mezzo ai vasi". Le ha chiesto se poteva provare a dare un'occhiata, per tranquillizzarsi e, con un po' di fortuna, ritrovarlo.

"Mi è caduto un orecchino". E chiede di entrare in casa

La quarantenne è riuscita a convincere l'ottantottenne. Diceva che era molto affezionata a quell'oggetto e che era certa fosse caduto fra i suoi vasi. Così l'anziana ha deciso di aiutare la donna, che si era presentata come una vicina di casa. Ha aperto il portone del palazzo e l'ha fatta salire in ascensore con lei, dove la truffatrice ha chiacchierato amabilmente con la donna. Poi ha aperto la porta di casa. In salotto, a guardare la televisione, c'era anche il nonno di 93 anni. "Ma sul balcone del salotto o quello della camera da letto?", avrebbe chiesto l'anziana per aiutarla. La riposta le ha portate al primo, immaginando che i beni preziosi potessero essere nascosti in camera. E aveva ragione.

Con loro, ad aiutarle, anche il marito. "Si sono piegati a cercare l'orecchino fra i vasi di ciclamini – racconta la nipote a Fanpage.it – Sono rimasti lì per una decina di minuti, non si sono accorti di niente. Soltanto in seguito hanno ripensato al fatto che la donna, ogni tanto, facesse rumore sulla ringhiera. Forse un messaggio in codice per farsi sentire dal complice, ma non lo possiamo dire con certezza". Non sapevano cosa avesse in mente la sedicente proprietaria dell'orecchino.

"Mentre loro tre si trovavano in balcone, dalla porta di ingresso che deve essere rimasta socchiusa si è introdotta un'altra persona, un complice – continua a spiegare la nipote a Fanpage.it – Nel frattempo dentro casa il complice stava rovistando in camera da letto e tra i cassetti. È stato da lì che ha rubato soldi e gioielli". All'improvviso la donna ha detto che l'orecchino non c'era, era inutile continuare a cercare. Ed è uscita, scappando.

La scoperta del furto: "Hanno rubato anche i regali fatti da mio papà che non c'è più"

Quando i due si sono accorti dell'accaduto, era già troppo tardi. "Mio nonno se ne è accorto per primo. Era andato in camera per controllare una cosa nel portafoglio e si è resto conto che non c'era più l'unica banconota che aveva, da venti euro. Ha chiamato mia nonna urlando, le ha detto che erano stati derubati".

L'anziana ha poi controllato nell'armadio e negli altri cassetti: non c'erano più la pensione, altri soldi e risparmi. "Non c'era più l'oro né i gioielli. Non c'erano più neppure quelli che le aveva regalato mio padre. Questo è stato il colpo più duro: i soldi si rifanno, l'oro si ricompra. Ma mio padre è morto tre anni fa e quegli oggetti avevano un valore inestimabile per noi". È stato a quel punto che hanno telefonato alla nipote. "Mia nonna mi ha chiamato in lacrime. Io ho cercato di tranquillizzarla come potevo, sono salita in auto per raggiungerli e ho allertato i carabinieri".

L'arrivo dei carabinieri e la denuncia

Una volta arrivata a casa dei nonni, ha trovato i carabinieri che erano già lì. "Mia nonna era ancora provata. Io anche: cerco sempre di metterli in guardia dalle truffe. Ma questa proprio non la conoscevo – spiega – I carabinieri, però, ci hanno detto che non eravamo né i primi e probabilmente neanche gli ultimi a cadere vittima di questo tipo di truffa".

Nel corso della denuncia hanno descritto la truffatrice, che si era fatta largo in casa con la scusa dell'orecchino. "Non sappiamo niente della seconda persona. Non sappiamo neanche se abbiano agito soltanto in due in realtà – precisa ancora, impotente, la nipote della malcapitata coppia –  Questo mi fa rabbia e tristezza. L'unica cosa che mi tranquillizza è il fatto che stiano bene. Non sono stati intontiti, né toccati: mia nonna aveva la fede al dito prima e la ha ancora adesso".

Ma resta l'amaro in bocca e la voglia di gridare a chiunque quanto accaduto: "Lo devono sapere tutti. L'ho scritto su Facebook, ne ho parlato al lavoro. Ho chiesto ai miei nonni di non chiudersi nella vergogna, ma di parlarne anche al centro anziani che frequentano e ho detto al parroco di cercare di mettere in guardia le persone alla fine della messa. Io ormai i miei nonni non li salvo più, ma magari riesco ad aiutare gli altri – spiega – Penso sia utile fare qualcosa per aiutarci, fare rete, trovare nuovi soluzione a questa società, invece di isolarsi. Non voglio credere che la soluzione sia quella di chiudersi nell'indifferenza".

E poi aggiunge: "Trovo impensabile fare tutto questo per due o tremila euro. Il danno affettivo che si fa è più grave di quello economico – conclude infine – Non so come queste persone facciano a dormire serene. A loro auguro soltanto di pentirsi della loro vita".

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