Troppi morti per Covid a Roma, le bare finiscono nei container
Durante la prima ondata della pandemia di Coronavirus erano state le bare caricate sui camion dell'esercito a Bergamo, allora epicentro del virus, le immagini simbolo della tragedia. Adesso se ne potrebbero purtroppo aggiungere altre: quelle delle salme delle vittime di Coronavirus stipate all'interno di container refrigerati. Accadrà alla periferia di Roma, vicino al forno crematorio del cimitero Flaminio di Prima Porta: l'Ama, come confermato anche a Fanpage.it, ha individuato uno spiazzo dove le gru scaricheranno i container, che serviranno a contenere le bare che il cimitero non riesce più a ospitare.
Si tratta di defunti per Covid-19 in attesa di essere cremati: il forno crematorio lavora a pieno ritmo – come accade anche a Milano, dove la struttura di Lambrate è stata addirittura chiusa per le troppe salme in attesa -, ma non riesce a soddisfare per tempo tutte le richieste. Troppi i morti di questo periodo, coda di una seconda ondata che non è ancora finita: "Il trend di decessi non accenna a diminuire – spiegava Ama in una nota – con 465 defunti in più solo nei primi dieci giorni dicembre. Nel mese di novembre, l’ufficio denunce di morte di Roma Capitale ha registrato 3.940 decessi, con un aumento di 1.525 decessi sul corrispondente mese del 2019, pari a un incremento del 63,4 per cento. Si tratta del dato più alto mai raggiunto in un mese, nella città di Roma".
A novembre le cremazioni sono state 1.521, 252 in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Per cremare una salma possono servire anche tre settimane, mentre i parenti devono attendere anche più di due mesi per riavere indietro i resti dei loro cari. Da qui la decisione – già adottata in Germania ma anche all'ospedale di Legnago, vicino Verona – di noleggiare per sei mesi, fino a maggio 2021, dieci container refrigerati dove saranno conservati i feretri in attesa di essere cremati. A fornire i container sarà una grossa ditta del settore. Le strutture solitamente utilizzate nel settore alimentare, chimico e agro-ittico ospiteranno i tanti che sono morti a causa di un virus che qualcuno continua a negare.