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Torture e minacce ai pazienti disabili gravi del centro della Croce Rossa: “Ti scanno pezzo di m***a”

“Ti metto la penna in gola, tu stasera vuoi morire… ti scannerò tutta la notte”. Così uno degli operatori della Croce Rossa arrestati minacciava un paziente gravemente disabile, picchiato e torturato nel Centro di educazione motoria.
A cura di Natascia Grbic
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Botte, schiaffi, calci, spinte, tirate di capelli. Insulti, molestie, umiliazioni, minacce di morte. È un vero e proprio inferno quello che emerge dalle indagini dei carabinieri sul Centro di educazione motoria gestito dalla Croce Rossa a Roma. Gli operatori che sono stati arrestati, con accuse che vanno dai maltrattamenti alla tortura, sono stati intercettati per mesi dagli investigatori, che stavano indagando su di loro dopo le denunce dei vertici della Croce Rossa. C'erano gli aguzzini e i conniventi, chi agiva e chi non impediva gli abusi, assistendo a scene terrificanti senza muovere un dito. Sono dieci in tutto gli operatori socio – sanitari arrestati e finiti ai domiciliari. Uno di loro è anche accusato di violenza sessuale.

"Ti metto la penna in gola, tu stasera vuoi morire… ti scannerò tutta la notte pezzo di merda". Così si rivolgeva uno degli operatori arrestati a un paziente, ripetutamente insultato e picchiato. "Stasera ti mando all'ospedale, non me ne frega niente se poi mi mandano la Polizia e i Carabinieri per maltrattamenti". "Testa di cazzo, ti spacco vivo". Il paziente, gravemente disabile, era impossibilitato a ribellarsi. Poteva solo sottostare a quello che l'operatore faceva con la connivenza dei colleghi, senza potersi difendere. E così prendeva pugni e schiaffi, spinte e acqua gelida gettata in testa. A nulla valevano le sue urla, i tentativi di dire ‘basta'. L'uomo continuava ad accanirsi su di lui, simulando anche atti di sesso orale per umiliare ancora di più l'uomo.

Stessa cosa un'altra operatrice arrestata, che se la prendeva con le pazienti che avrebbe dovuto accudire. Donne lasciate sporche, a cui non cambiava il pannolone, e che venivano picchiate ripetutamente. "Vaffanculo a te e tua madre se ce l'hai… sicuramente è deficiente come te", le diceva. La donna veniva svegliata a calci, presa a schiaffi se non faceva immediatamente quello che le diceva l'operatrice. Poco importava se non riusciva a capire, se aveva bisogno dei suoi tempi per muoversi. In un'occasione l'aveva anche legata alla carrozzina, impedendole di muoversi. "Ti ammazzo di cazzotti, ti ammazzo!". Non mancavano minacce e insulti anche ai genitori di questi ragazzi: "Ti faccio vedere la fata turchina, a te e tuo padre!".

Sul caso è intervenuto il presidente della Croce Rossa italiana, Rosario Valastro: "Esprimiamo massima vicinanza a tutti gli ospiti del Centro di educazione motoria e specialmente a coloro i quali hanno subito violenze, nonché alle loro famiglie che nelle nostre attività e nell’operato della Cri ripongono da sempre massima fiducia. Da stamani leggiamo con grande senso di smarrimento e sconcerto le vicende che hanno interessato il Cem di Roma, scoperte grazie alla correttezza ed alla chiarezza con cui il Comitato Cri di Roma ha agito. Era la primavera del 2023, quando la Cri capitolina presentava una denuncia ai carabinieri, depositando alcune foto su sospetti maltrattamenti e fornendo ogni supporto richiesto per facilitare le indagini, compiute nel massimo riserbo; indagini che hanno consentito di verificare condotte che altrimenti sarebbero rimaste sempre nascoste. Nel ribadire la massima fiducia alla magistratura e alle forze dell'ordine, confermiamo l'impegno della Croce Rossa Italiana e di tutti i suoi 671 Comitati ad operare nell'esclusivo rispetto per i più vulnerabili, e a combattere – sempre ed in tutte le circostanze – chi agisce nell'illegalità e nel non rispetto dell'umanità".

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