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Tortura un’anziana disabile: badante condannata a 24 anni di carcere

La condanna è arrivata ieri: la badante che ha ucciso l’anziana 81enne dovrà scontare 24 anni in carcere. Assolta, invece, dall’accusa per maltrattamenti.
A cura di Beatrice Tominic
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Era stata ricoverata a maggio all'ospedale San Camillo dopo quella che secondo la badante, una donna di 50 anni, si sarebbe trattato di una brutta caduta. Il mese successivo è morta. Indagando, però, i carabinieri hanno scoperto che l'anziana donna, Maria Luisa Lombardi, 81enne e invalida, non è stata morta per una brutta caduta: ad uccidere l'anziana è stata, invece, proprio la badante, adesso condannata a 24 anni di carcere. Secondo quanto emerso dalle indagini, la 50enne avrebbe torturato l'anziana colpendola con gomitate fra volto e torace: i colpi ricevuti dall'anziana sarebbero almeno 20, come racconta il Messaggero.

La condanna

A incastrare la 50enne sono state le immagini riprese dal sistema di videosorveglianza che hanno registrato tutte le violenze nei confronti dell'anziana. La decisione della Terza Corte d'Assise è arrivata dopo più di sei ore di camera di consiglio: l'accusa di omicidio è stata aggravata dalla crudeltà. Assolta, invece, dall'imputazione di maltrattamenti per episodi che risalgono ad anni precedenti, riconoscendo una provvisionale di centomila euro per ognuna delle parti civili. Così la 50enne è stata condannata a 24 anni di carcere: per lei la Procura, con la pm Daniela Cento, aveva chiesto la condanna all'ergastolo.

"Sono soddisfatta per la acclarata responsabilità penale in ordine al reato di omicidio aggravato, ma resta l'amaro in bocca per l'assoluzione per maltrattamenti – ha dichiarato ad Adnkronos la legale Maria Marmo, avvocata di parte civile di Cristina e Sergio Sartarelli, i figli della vittima – Per noi è evidente che le atrocità perpetrate quel maledetto 7 maggio, ai danni di una signora ultraottantenne e malata di Alzheimer, siano state solo l'epilogo di violenze intraprese da tempo". Non resta altro che restare in attesa delle motivazioni della sentenza: "Non ritengo che si renda piena giustizia alla vittima e ai suoi familiari", ha poi concluso l'avvocata.

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