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Torre Angela: la destra caccia le associazioni dal Parco Calimera per fare spazio alla Chiesa Evangelica

Dopo vent’anni viene cancellata l’unica esperienza di aggregazione sociale del quartiere e servizi e attività rimangono senza casa. Le associazioni che trovavano spazio nel Parco Calimera non hanno più una casa, mentre i locali vengono affidati per “custodia e guardiania” alla Chiesa Evangelica che però vi esercita regolarmente le attività di culto.
A cura di Valerio Renzi
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Torre Angela si trova tra Tor Bella Monaca e il Grande Raccordo Anulare. Uno dei quartieri dove gli indici di povertà, descolarizzazione e disoccupazione sono i più elevato nella capitale. Luoghi di aggregazione e servizi per i cittadini dovrebbero essere implementati, invece chi per anni ha lavorato sul territorio, si è visto privare dal VI Municipio degli spazi che aveva con pazienza e fatica animato. Parliamo dei locali del Parco di via Calimera che un gruppo di associazioni ha avuto in gestione fin dal 2002, in cambio della manutenzione dell'area verde. Nel 2004 si tiene un bando, il consorzio di associazioni partecipa, ma la procedura amministrativa non viene mai conclusa. Sono passati ormai vent'anni.

Con l'arrivo della nuova amministrazione di centrodestra guidata da Nicola Franco nel 2022 le cose cambiano: la politica comincia a interessarsi a quello che avviene nel parco di via Calimera, ma non per trovare una soluzione. Prima la richiesta di informazioni da parte degli uffici tecnici, poi la richiesta degli arretrati in base al bando mai arrivato a termine di vent'anni fa, infine la commissione patrimonio del Municipio chiede che lo spazio sia affidato ad altri soggetti. È il maggio del 2023, passano tre mesi e in agosto la doccia fredda: il VI Municipio chiede di avere indietro i locali.

Una storia come tantissime a Roma: la concessione è scaduta, le istituzioni non si occupano di lavorare a regolarizzare la posizione di chi si trova all'interno, gli anni passano e la situazione amministrativa si fa sempre più ingarbugliata. Per risolvere questa, e tante altre situazioni, l'amministrazione comunale ha emanato una apposita delibera e un nuovo regolamento, per permettere di ripristinare la legalità senza cancellare il lavoro di associazioni e gruppi di cittadini, che rappresentano dei presidi fondamentali per la coesione sociale, soprattutto in quartieri come Torre Angela.

A nessuno importa come proseguiranno le attività che hanno Progetto Parco Vivo e ARQA (Associazione Rinnovamento Quartiere Arcacci) come capofila, compresi alcuni servizi svolti per conto dell'amministrazione pubblica. Per anni la scuola di italiano per migranti del TITA (Tavolo Interculturale di Torre Angela) ha trovato spazio nei locali del Parco ed è stata un punto di riferimento per il territorio. Inoltre i locali sono stati sede delle attività di gruppo del “Servizio per l’Autonomia e l’integrazione sociale delle persone disabili” gestito per il VI municipio dalla Cooperativa Iskra. Una volta alla settimana i locali sono stati utilizzati per le prove dell’Associazione Il Teatro. La domenica diverse associazioni regionali nigeriane, tra cui Owerri, hanno svolto attività di promozione della propria cultura. Anche la Chiesa Cristiana Evangelica di Torre Angela ha svolto nei locali le sue attività due volte a settimana. L’Associazione Kmantis ha tenuto dei corsi di arti marziali e l’Associazione Satyasvara ha proposto la disciplina dello Yoga. E poi gli incontri con le scuole, i centri estivi e le assemblee con le istituzioni per presentare i problemi del quartiere, ogni giugno la festa del parco.

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Spaventati dalla pressione amministrative i volontari hanno deciso così di riconsegnare i locali, e da parte dell'amministrazione non è arrivata nessuna proposta di trovare una soluzione o ripristinare i servizi. Quello che succede dopo è abbastanza incredibile: mentre le interlocuzioni girano a vuoto, nel marzo del 2024 la Chiesa Cristiana Evangelica, che come dett già utilizzava i locali per le proprie attività chiede che lo spazio gli sia assegnato in custodia, e quasi contestualmente il VI Municipio decide di consegnarglielo con i compiti di custodia e guardiania. Da quel momento però la Chiesa Cristiana Evangelica inizia a usare gli spazi a suo piacimento, anche per la messa e per gli incontri di culto. Una circostanza che non sembra per nulla turbare l'istituzione locale così solerte a cacciare le associazioni, forse perché ritenute troppo lontane politicamente. C'è poi un ulteriore elemento che dovrebbe creare imbarazzo alla maggioranza di Franco: a presiedere la Commissione Patrimonio c'è il consigliere Giuseppe Ferone della Lega, che della Chiesa in questione è un devoto fedele.

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