Madonna di Trevignano, i seguaci di Gisella Cardia prendono a sassate un giornalista di Mediaset
Immancabile, con l'inizio del mese, è tornato anche l'appuntamento con le fantomatiche apparizioni della Madonna a Trevignano dove, per l'occasione, si sono nuovamente riuniti i seguaci di Maria Giuseppa Scarpulla, ormai nota come Gisella Cardia.
Nel Campo delle Rose il 3 dicembre scorso, oltre ai fedelissimi che seguono da tempo la sedicente veggente, una sessantina di persone comprese quelle addette alla sicurezza, sono presenti dei giornalisti. Sono non più di una decina, numericamente meno rispetto agli appuntamenti della scorsa primavera che tanto hanno fatto parlare sui giornali, online e in televisione, ma ci sono. Fra loro una troupe di Mediaset del programma Mattino Cinque, con l'inviato Paolo Capresi.
L'approccio da parte di Cardia e del suo entourage, però, è cambiato. Nel Campo delle Rose la tensione è palpabile. Le persone più vicine a Gisella si guardano intorno circospette, lei stessa non è tranquilla e sembra in soggezione durante il suo discorso dal tono sacrale.
Complice forse anche il servizio realizzato da Le Iene andato in onda lo scorso 28 novembre in cui, dopo il racconto diretto di Cardia dello scorso maggio, le statuine della Madonna sono state sottoposte ad una Tac e viene messo in dubbio il chimerico miracolo di lacrime e trasudazione, l'aria che si respira è tesa. Sembra che qualcosa stia per succedere. Ed effettivamente è proprio quanto accade, come anticipato dalla conduttrice del programma mattutino Federica Panicucci lo scorso 4 dicembre: "È stato aggredito senza un perché", ha detto in onda riferendosi proprio a Capresi e dando appuntamento a domani, giovedì 7 dicembre.
"Stavamo iniziando le riprese quando ci hanno iniziato a spintonare", ha dichiarato Paolo Capresi a Fanpage.it. Ad avvicinarsi uno dei bodyguard della sedicente veggente, riconoscibile dalla pettorina dell'associazione Madonna di Trevignano.
Oltre alle guardie del corpo di cui, ormai da tempo, Cardia si serve durante gli incontri pubblici, a guardarle le spalle ci sono anche i suoi seguaci più fedeli, le persone a lei più vicine. Dei Gisella's Angels, potremmo quasi osare dire, prendendo spunto dalla popolare serie televisiva. Dopo poco, oltre alla guardia del corpo, si palesa davanti alla troupe anche un'altra persona. Vicino a Cardia e conosciuto come "Il tagliaerba", l'uomo avrebbe il compito di gestire la manutenzione nel parco. E poi, ancora, altri fedelissimi: alcuni si avvicinano, altri cercano di coprire la scena all'obiettivo della telecamera, utilizzando un telo verde da giardino, provando a spingere la troupe verso il burrone che si trova poco distante.
Tra il secondo e il terzo mistero del rosario, la situazione precipita. Arriva la prima pietra. Che sia un modo per rievocare le lapidazioni usate come punizione nelle leggi bibliche del Vecchio Testamento? Questo non ci è dato saperlo.
A scagliare la prima pietra una donna che viene riconosciuta come il braccio destro di Gisella. Poi una seconda, più grossa. Quasi un macigno. "Se fossimo stati colpiti ci avrebbe fatto molto male – continua Capresi – Non oso pensare se ci avesse raggiunto alla testa… forse non saremmo neppure qui a raccontarlo". Le urla spaventate e la confusione sono talmente forti che anche la preghiera espressa da Cardia deve subire delle interruzioni. Un brusio si alza dal campo. Quello che sta accadendo, lo stanno vedendo tutti. Fra i giornalisti e i fedelissimi c'è un confronto serrato, rischia quasi di sfociare in una colluttazione.
E poi le minacce. "Ci vediamo più tardi, vi aspetto fuori", dice uno di loro. Un altro ancora, con la pettorina da operaio, si mostra alla videocamera: "Ma voi lo sapete che non potete riprendermi? Smettetela", gli intima, continuando a mostrarsi all'obiettivo anche quando gli viene chiesto di spostarsi.
"Gli altri mesi non era così, sta davvero diventando un problema di ordine pubblico – continua Capresi – La violenza è partita soprattutto dalle persone più vicine a Gisella: altri seguaci, persone comuni che partecipano ogni mese agli appuntamenti, si sono avvicinati dopo l'aggressione dandomi solidarietà e scusandosi. Anche per molti di loro quanto accaduto è inammissibile". Per altri, evidentemente, forse no.