Tonnellate di pesci morti nel Tevere: dopo le prime analisi resta il mistero sulle cause
Dal 27 agosto il Reparto Tutela fluviale della Polizia di Roma Capitale e la Squadra Fluviale della Questura di Roma, insieme a Asl Roma 1 e Arpa Lazio, lavorano senza sosta per trovare risposte ad una sola domanda: perché il tratto di Tevere che bagna il centro di Roma è coperto da enormi masse di pesci morti? Nel pomeriggio di oggi è arrivato l'atteso comunicato di Arpa con i risultati delle prime analisi delle acque superficiali. Risposte non ce ne sono, ma indicazioni che potrebbero aiutare a risolvere il "mistero" sì.
"I dati provvisori non hanno evidenziato particolari criticità"
Arpa Lazio scrive che i dati sono provvisori e parziali poiché un un numero di analisi significative, come quelle sui pesticidi, sono ancora in corso. Ciononostante, i primi risultati non sembrano evidenziare particolari criticità. "Le misure in campo – scrive l'agenzia regionale – hanno mostrato una normale presenza di ossigeno disciolto e le analisi chimiche e microbiologiche non si discostano in modo significativo dai dati generalmente riscontrati durante le attività di monitoraggio del fiume". Una dichiarazione che dà una risposta definitiva, ma degli indizi importanti ci sono.
Come l'anno scorso, la moria dopo le intense piogge
Per comprendere meglio il fenomeno di questi giorni, Arpa suggerisce un confronto con i due eventi di moria ittica avvenuti lo scorso anno nello stesso tratto del fiume il 30 e il 31 maggio e il 4 e5 luglio 2020, ovvero "in giorni immediatamente successivi a intensi fenomeni piovosi preceduti da un periodo di relativa siccità". Anche quest'anno, la moria è avvenuta a circa 48 ore di distanza dalla bomba d'acqua del 24 agosto, dopo un periodo di relativa magra del Tevere. Per l'agenzia regionale è dunque possibile ipotizzare un meccanismo simile a quello descritto lo scorso anno: "Dopo un periodo di siccità – si legge nel comunicato – intense ed improvvise precipitazioni possono in breve tempo convogliare nel corpo idrico recettore una notevole quantità di sostanza organica dilavata dai terreni, fossi di scolo e piccoli tributari. La degradazione della sostanza organica convogliata repentinamente e in quantità massicce nel corpo idrico recettore può generare una forte sottrazione dell’ossigeno disciolto nell’acqua, facendone crollare la concentrazione e causando anossia dei pesci". Un riferimento diretto alla mancanza d'ossigeno, ma nessuna insinuazione sulle sostanze inquinanti convogliate eventualmente da terreni e fossi di scolo.
Attesa delle analisi sulle carcasse
Una valutazione preliminare, quella avanzata da Arpa, che dovrà essere rivalutata alla luce delle analisi chimiche sui pesticidi e a quelle sulle carcasse di carpe, cefali e pesci siluro. La Asl 1 di Roma ha inviato i campioni di pesci agonizzanti o in stadio non avanzato di degradazione all'istituto Zooprofilattico Sperimentale di Lazio e Toscana. Da qui si attendono i primi referti che potrebbero essere decisivi per fare maggiore chiarezza sull'accaduto. Intanto si moltiplicano le voci che vedrebbero come causa principale l'incuria delle strade di Roma: le forti piogge avrebbero trasportato metalli pesanti e idrocarburi rilasciati dalle automobili attraverso strade e tombini senza manutenzione da tempo. Per ora, su questa ipotesi, gli investigatori preferiscono non prendere posizione. In seguito agli eventi dello scorso anno, la Procura aveva aperto un fascicolo per inquinamento ambientale a carico di ignoti ma le indagini si erano concluse in un nulla di fatto. Nessun responsabile.
La Regione contro il Campidoglio: "Il Comune intervenga a rimuovere le carcasse"
In attesa dei tempi delle indagini, cittadini e turisti sperano di non respirare più aria putrida. Oggi la Regione Lazio ha inviato una nota all'Amministrazione capitolina. Gli assessori regionali Alessandri e Valeriani hanno dichiarato: "il Comune di Roma dovrà intervenire tempestivamente con la rimozione, il trasporto e lo smaltimento delle carcasse dei pesci rinvenute sulle sponde del Tevere per tutelare la salute pubblica e scongiurare situazioni di degrado ambientale". Speriamo sia l'ultimo rimpallo.