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Timbravano il cartellino, poi shopping e parrucchiere: nei guai 21 dipendenti dell’Ente regionale

Invece di lavorare, alcuni dipendenti del Parco naturale dei Monti Lucretili di Roma andavano a fare shopping o dal parrucchiere. Tornavano solo per timbrare ‘l’uscita’.
A cura di Natascia Grbic
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Andavano al lavoro, timbravano il cartellino e poi andavano dal parrucchiere, a fare shopping o a casa. Nove dipendenti del Parco naturale dei Monti Lucretili di Roma sono stati colpiti questa mattina da divieto di dimora con l'accusa di essersi allontanati ripetute volte dal luogo di lavoro. Ma non sono gli unici a essere finiti nei guai: nell'ambito dello stesso fascicolo sono indagate ventuno persone. Dagli accertamenti effettuati dalla Guardia di Finanza del comando provinciale di Roma è emerso che anche loro si sono allontanati dal posto di lavoro. Non sono state però eseguite misure cautelari perché i fatti non sono apparsi così gravi da richiederne una.

Le indagini sono state condotte dalla procura di Tivoli e dalla Guardia di Finanza. Gli investigatori hanno accertato come i dipendenti del Parco naturale si allontanassero sistematicamente "dal luogo di lavoro per svolgere mansioni che nulla hanno a che vedere con quelle previste dalle rispettive qualifiche". Controllando le telecamere di sorveglianza e mettendosi a fare pedinamenti, i finanzieri hanno sorpreso i dipendenti a fare shopping, dal parrucchiere, ma c'era anche chi semplicemente se ne tornava a casa, per poi tornare a timbrare in tempo per l'uscita. Una delle persone finite nel mirino della Guardia di Finanza si è allontanato 41 volte dal posto di lavoro, per un totale di 195 ore. Una "grave sottrazione di attività lavorativa all'ente pubblico", spiegano gli inquirenti, che si rifletteva poi sui loro colleghi, che invece svolgevano normalmente il proprio lavoro.

"L'attività d'indagine ha permesso di ricostruire il fenomeno, che risulta allarmante, perché non solo rappresenta una frode del soggetto pubblico ma incide sulla quantità e qualità dei servizi offerti in quanto quei servizi sono stati inficiati dall'assenza, di fatto, dei soggetti che avrebbero dovuto materialmente erogarli o che avrebbero dovuto garantirne la regolare e puntuale erogazione. Gli indagati, anziché rispettare gli impegni lavorativi assunti, con meccanismi ben collaudati, hanno attestato la loro presenza fittizia sul posto di lavoro nel mentre si trovavano in tutt'altro luogo".

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