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Tiella di Gaeta: l’origine e la storia di uno dei cibi di strada più gustosi d’Italia

Scarola e olive, polpo o cozze, la tiella di Gaeta è un piatto apprezzato ormai in tutta Italia perché come pochi riesce a coniugare la semplicità e un gusto intenso. Ma da dove nasce questa ricetta tradizionale del basso Lazio? Da dove ha origine la tiella, piatto povero per eccellenza di contadini e pescatori?
A cura di Redazione Roma
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La tiella di Gaeta è uno di cibi di strada più famosi d'Italia. Prende il nome dalla città che domina l'omonimo golfo in provincia di Latina, ma è diffusa in tutto il basso Lazio. Si tratta di una pizza ripiena condita con vari gusti, i più classici dei quali sono: scarola e olive (ovviamente di Gaeta!), polpo e pomodoro, cipolla e pomodoro, spinaci, cozze, baccalà ma anche prosciutto. La caratteristica della tiella è quella di essere una pizza molto lavorata, morbida all'interno ma piuttosto secca all'esterno, che ne rende facile il trasporto. Un lievito composto da due dischi sovrapposti che vanno a racchiudere il condimento.

Ma come nasce la tiella? In origine un piatto povero, veniva preparato con gli avanzi ed era pensato per conservarsi per diversi giorni ed essere facilmente trasportabile da pescatori e contadini per essere consumato freddo durante le lunghe giornate di lavoro. Un pasto nutriente e completo che non necessitava di integrazioni o condimenti. Molti emigranti diretti negli Stati Uniti o nell'America del Sud in cerca di fortuna, si imbarcavano portando con loro proprio la tiella per mangiare durante la traversa oceanica.

Si narra che i Borboni fossero dei grandi estimatori della tiella, e alcuni vogliono che l'invenzione fosse proprio di Ferdinando IV di Borbone. Una circostanza questa improbabile, ma che segnala come anche l'aristocrazia non disdegnasse questo piatto tipico delle classi più umili, tanto da inventarne delle varianti con condimenti più pregiati come i calamaretti. La sua presenza è attestata in ogni caso fin dalla fine del ‘700.

Durante gli anni del boom economico questo piatto che ricordava la miseria dell'emigrazione e del lavoro nei campi e sui pescherecci, subì un declino, per poi conoscere una riscoperta e una valorizzazione che ne fanno uno degli street food più apprezzati in Italia, tanto che oltre che a Gaeta e nei comuni limitrofi, si comincia a trovare ed è richiesta anche altrove perché è difficile trovare un piatto che riesca a coniugare in modo così perfetto la ricchezza e l'intensità di sapore con la semplicità.

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