Testimone in un processo per droga massacrato di botte dai parenti dell’indagata: “Sei un infame”
Avrebbe dovuto testimoniare contro una donna arrestata per droga. L'uso del condizionale non è casuale dato che il testimone è stato minacciato e brutalmente picchiato dai parenti della 46enne per costringerlo a ritrattare. Non solo: hanno voluto anche un ‘risarcimento in denaro' e lo hanno pestato con una mazza da baseball nel parcheggio di un supermercato. È una storia fatta di intimidazioni, violenza e paura quella avvenuta nel quartiere Bastogi nei confronti di un testimone di giustizia e della sua famiglia. I fatti risalgono a settembre dello scorso anno: dopo mesi di terrore, alla fine l'uomo ha deciso di andare alla polizia e denunciare tutto, in modo da porre fine a quell'incubo. Quattro persone sono state arrestate per la vicenda, tra cui anche la donna accusata di spaccio contro cui la vittima avrebbe dovuto testimoniare.
Gli arresti della Polizia di Stato
"Sei un infame!". Questo gli hanno detto i parenti della donna, mentre lo picchiavano. Erano andati a casa del testimone e con una scusa lo hanno fatto uscire, per poi aggredirlo e massacrarlo di botte. La paura per l'uomo era talmente tanta che aveva anche provato a trasferirsi. Anche in questo caso, nulla da fare: i parenti della spacciatrice hanno iniziato a minacciare anche i suoi familiari. L'ultimo avvertimento è arrivato il giorno del processo: un familiare dell'indagata lo ha incontrato in corridoio e lo ha minacciato nuovamente. Alla fine, quando è salito sul banco dei testimoni, ha ritrattato la sua versione, dicendo di non sapere nulla. Pensava di aver chiuso la vicenda e invece l'incubo era destinato a continuare. I parenti della donna si sono presentati a casa dell'uomo e hanno preteso dei soldi, picchiandolo anche con una mazza da baseball nel parcheggio di un supermercato. Ed è a quel punto che si è deciso a denunciare. Dopo aver accertato la veridicità dei fatti raccontati dall'uomo, gli agenti del XIII Distretto Aurelio hanno arrestato quattro persone: due sono finite in carcere (tra cui la donna accusata di spaccio) e altre due ai domiciliari.