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Test di medicina venduti, secondo il Mur nessuna irregolarità. L’avvocato: “Abbiamo le prove”

“Abbiamo prove legali, altrimenti non avremmo presentato l’esposto in Procura – ha risposto a Fanpage.it l’avvocato Leone – Non sanno che pesci prendere: il problema è alla base, nel bando stesso”.
A cura di Beatrice Tominic
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Test di medicina venduti? Nessuna irregolarità. È quello che, come riportat da Ansa, ha dichiarato la ministra Anna Maria Bernini al Sole 24 Ore dopo la denuncia dello studio legale Leone-Fell e Co. sugli ultimi test di ingresso per la facoltà di Medicina. Secondo quanto dichiarato dalla ministra, sulla base di quanto ricevuto dal Cisia, l'ente che si occupa di erogare e gestire i test d'ingresso, non sono state confermate le irregolarità. Come ha però specificato la ministra Bernini stessa, non si arresta il lavoro di monitoraggio: "Dobbiamo fare luce su quanto accaduto per tutelare gli studenti. I Tolc per medicina sono alla loro prima prova pratica, se non funzionano siamo pronti a rivederli", ha aggiunto.

"Non ci saranno stati furti da parte di hacker e tutto si è tenuto secondo quanto previsto dal decreto – ha risposto l'avvocato Francesco Leone dello studio legale che ha fatto partire la denuncia – Il problema è proprio da rintracciare alla base, nella procedura che prevedeva l'utilizzo delle stesse domande ad entrambe le sessioni di test: è una grande contraddizione. Ma senza prove certe, sicuramente non saremmo andati a fare un esposto alla procura".

La risposta dell'avvocato

Secondo quanto spiegato a Fanpage.it dal legale, come anticipato, è la procedura a non essere totalmente limpida: "Il Cisia dice che non c'è stato un furto hacker neanche durante il down del portale, ma quello che omette di commentare è che essendoci la stessa banca dati fra aprile e luglio i ragazzi hanno condiviso le domande di cui erano in possesso – continua a spiegare l'avvocato – Così sono incappati in una grande contraddizione: lo stesso Cisia aveva ammesso, in una prima comunicazione, di essere entrato all'interno dei gruppi e di aver parlato con gli amministratori proprio per evitare situazioni simili e chiedere di far levare i file contenenti le domande. O il Cisia ha dimenticato di essere entrato nei gruppi o sta cercando di non affrontare il cuore del problema".

L'avviso del Cisia, sul suo monitoraggio sui socialin una comunicazione di mercoledì 6 settembre.
L'avviso del Cisia, sul suo monitoraggio sui socialin una comunicazione di mercoledì 6 settembre.

Effettivamente, lo stesso Consorzio aveva già spiegato nell'avviso di mercoledì 6 settembre 2023: "Da sempre Cisia effettua il monitoraggio dei canali social con lo scopo primario di migliorare i livelli di assistenza. In alcuni casi il Consorzio è intervenuto presso i moderatori ricordando i termini dei regolamenti TOLC".

"Senza le prove, non avremmo presentato l'esposto"

Inoltre, l'avvocato ha ricordato anche che le prove presentate hanno valore legale: "Altrimenti non avremmo presentato l'esposto in Procura. Tutte le prove sono legali, ci siamo affidati appositamente ad un'agenzia di investigazione (che ha iniziato le prime ricerche in primavera) – ha continuato a spiegare – Questo ci fa capire che non sanno che pesci prendere: si rendono conto che annullare la prova causerebbe un danno incredibile all'inizio dell'anno accademico, economico all'amministrazione e alle decine di migliaia di ragazzi che hanno partecipato ai test. Mai come quest'anno spero di far crollare il sistema del numero chiuso che da una parte mortifica il diritto allo studio e la meritocrazia e dall'altro acuisce terribilmente il fabbisogno dei medici".

Poco dopo, inoltre, lo studio ha diffuso una nuova nota in cui comunica che sarà presto ricevuto dalla Polizia postale per depositare le prove della compravendita dei test. "Chiediamo alla Ministra un incontro per chiarire una volta e per tutte cosa non ha funzionato ai Tolc e anche per correggere il tiro in vista dei prossimi test", hanno poi concluso i legali.

Gli obiettivi del Ministero dell'Università

"Il nostro obiettivo è continuare ad aprire, sempre in maniera sostenibile, l'accesso a Medicina, ma la priorità è quella di garantire il diritto allo studio, a partire dalle borse di studio, anche per i dottorandi –  ha aggiunto Bernini al Sole 24 Ore – E continuare a fronteggiare la sfida sugli alloggi per rendere più appetibili gli investimenti pubblici e privati per l'housing destinato agli studenti".

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