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Covid 19

Terapie intensive mai così piene nel Lazio da inizio emergenza Covid (nonostante vaccini a over 80)

Gli ospedali di Roma e del Lazio sono in difficoltà e le due settimane in zona rossa, ad oggi, non sembrano aver avuto effetti sugli ingressi per Covid registrati nei pronti soccorsi della regione. Il picco dei ricoveri ospedalieri, stando ai dati diffusi ogni giorno nel bollettino sull’andamento dei contagi, non sembra essere ancora stato raggiunto, perché i numeri, in questo senso, continuano a crescere.
A cura di Enrico Tata
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I reparti di terapia intensiva non sono mai stati così pieni. Neanche un anno fa e nemmeno a fine novembre, nel picco della seconda ondata dell'epidemia da coronavirus in Italia. Gli ospedali di Roma e del Lazio sono in difficoltà e le due settimane in zona rossa, ad oggi, non sembrano aver avuto effetti sugli ingressi per Covid registrati nei pronti soccorsi della regione. Il picco dei ricoveri ospedalieri, stando ai dati diffusi ogni giorno nel bollettino sull'andamento dei contagi, non sembra essere ancora stato raggiunto, perché i numeri, in questo senso, continuano a crescere. L'indice Rt è tornato la scorsa settimana sotto quota 1, i contagi non crescono più e anzi si osserva un primo, ma lieve, calo. Tuttavia, come detto, i ricoveri ospedalieri continuano a salire e questo potrebbe essere un effetto della diffusione delle varianti del coronavirus in Italia e, nello specifico, nel Lazio.

Crescono nel Lazio i ricoveri in terapia intensiva: i dati

Per avere un'idea della situazione: il primo marzo, un mese fa, i pazienti ricoverati in terapia intensiva nel Lazio erano 223. Ieri, mercoledì 29 marzo, erano 380, più 157 su 900 posti attivabili. Da ricordare, infatti, che in molti ospedali i reparti Covid sono stati chiusi o ridotti per riprendere le normali attività mediche e soprattutto le attività chirurgiche. Il numero più alto mai toccato nella Regione della Capitale è stato 360 lo scorso 3 dicembre, nel picco della seconda ondata dell'epidemia (ma il Lazio, con quei numeri, era in zona gialla. La Regione è entrata in zona rossa, come tutte le altre, a ridosso delle vacanze di Natale). Quel giorno, però, i pazienti attualmente positivi erano oltre 94mila e ieri erano poco più di 51mila. In altre parole, a dicembre 2020 c'erano molti più cittadini infetti ma, in proporzione, meno pazienti gravi nelle terapie intensive. Come si spiega? L'ipotesi che ha avanzato ai microfoni di Fanpage.it il professor Massimo Andreoni, primario di Malattie infettive a Tor Vergata, è che le varianti del coronavirus sono certamente più contagiose, e questo è un dato accertato anche dalla ricerca pubblicata ieri dall'Istituto Superiore di Sanità, ma potrebbero essere anche più patogene, più pericolose. Andreoni rilevava anche come l'età dei pazienti ricoverati si sia notevolmente abbassata: questo si spiega anche con l'avvio della campagna vaccinale dei soggetti fragili, che per quanto riguarda gli over 80 sta cominciando a far vedere i suoi frutti. Secondo i dati forniti dalla Regione Lazio, infatti, ormai il 45 per cento della popolazione con più di 80 anni ha già ricevuto anche la seconda dose del vaccino. Questo ha fatto sì che sempre meno anziani vengano ricoverati in terapia intensiva, ma d'altra parte cominciano ad arrivare nei reparti cittadini sempre più giovani.

Andamento tasso di occupazione terapie intensive Lazio
Andamento tasso di occupazione terapie intensive Lazio

Tasso di occupazione terapie intensive al 40 per cento

Nel Lazio il tasso di occupazione dei reparti di terapia intensiva ha superato da diverse settimane la soglia critica, fissata dal governo al 30 per cento di posti letto occupati. Nel Lazio attualmente il dato è in crescita e si attesta attualmente al 40 per cento, in linea con la media nazionale. Sopra la soglia critica anche i ricoveri nei reparti ordinari: ieri i pazienti ricoverati per Covid erano poco più di 3mila (poco sopra i numeri fatti registrare lo scorso dicembre durante il picco della seconda ondata) per un tasso di occupazione del 47 per cento.

Proiezione ricoveri in Terapia intensiva a 7 giorni nel Lazio - dati Agenas
Proiezione ricoveri in Terapia intensiva a 7 giorni nel Lazio – dati Agenas

Secondo i dati dell'Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, il 28 marzo scorso (dato più aggiornato) il 22 per cento del totale degli accessi in pronto soccorso è stato di sospetti pazienti Covid. La percentuale è in linea con i dati registrati in tutto il mese di marzo. Sempre stando alle proiezioni Agenas, inoltre, il numero dei pazienti ricoverati in terapia intensiva dovrebbe aumentare anche nei prossimi giorni.

Dati ingressi pronti soccorsi Lazio - Dati Agenas
Dati ingressi pronti soccorsi Lazio – Dati Agenas

La diffusione delle varianti nel Lazio

Come dimostrato da uno studio dell'Istituto Superiore di Sanità sulla prevalenza delle varianti del virus Sars-CoV-2 in Italia, quella ‘inglese' ha praticamente ormai sostituito il ceppo originale del virus. Nel Lazio si attesta ormai (dati aggiornati allo scorso 18 marzo) al 78 per cento, meno della media nazionale. Questo non perché si stia diffondendo meno velocemente, ma perché nella Regione della Capitale sta crescendo (ed è l'unica regione italiana in cui i numeri aumentano) anche la cosiddetta variante brasiliana, che si attesta al 22 per cento. In altre parole 8 casi su 10 di Covid sono a causa della variante inglese e i restanti 2 per variante brasiliana. Entrambe sono più contagiose del 37 per cento rispetto al ceppo originario del virus. Ma il sospetto, come riportato in precedenza, è che esse possano essere anche più patogene.

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