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Tentò di uccidere il marito ricoverato in ospedale con dei potenti farmaci

Tre anni e quattro mesi di reclusione è la condanna definitiva che la Cassazione ha stabilito per una donna di 51 anni che ha tentato di uccidere il marito.
A cura di Alessia Rabbai
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Immagine di repertorio
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Una donna di cinquantuno anni è stata condannata in via definitiva a scontare tre anni e quattro mesi di reclusione ai domiciliari per aver tentato di uccidere il marito. Questa la decisione della Suprema Corte di Cassazione, che ha emesso il verdetto nella mattinata di oggi, martedì 22 febbraio. La cinquantunenne, con precedenti per truffa e circonvenzione d'incapace, è ritenuta colpevole di aver cercato di uccidere il marito somministrandogli dei farmaci anticoagulati. I fatti risalgono al 2013 e sono avvenuti a Frosinone.

Secondo le informazioni apprese in quel frangente l'uomo, che ha rischiato di morire, si trovava ricoverato nel reparto di Ematologia dell'ospedale Spaziani, quando la donna lo ha costretto ad ingerire dei farmaci non prescritti dal medico, incompatibili con la terapia che stava seguendo e al suo stato di salute. L'uomo dopo la somministrazione dei farmaci si è sentito male. A dare l'allarme sono stati i medici dell'ospedale, che hanno allertato i carabinieri di Frosinone. Ad incastrare la moglie del paziente sono state infatti le immagini immortalate dalle telecamere di videosorveglianza.I militari l'hanno poi arrestata e a distanza di otto anni la condanna è diventata definitiva.

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