Tenta la truffa dello specchietto, insegue il malcapitato e gli urla: “Sono un sacerdote”. Poi scappa
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"Ho superato un'automobile ferma, subito dopo mi ha fatto i fari e ha iniziato a seguirmi: avevo capito che avrebbe tentato la truffa dello specchietto. Poi non mi ha più lasciato andare ed ha continuato a seguirmi". È quanto accaduto nella serata di ieri ad un giovane che ha deciso di raccontare il brutto episodio in un gruppo di quartiere, per cercare di mettere in guardia tutte le altre persone della zona.
Truffa dello specchietto, la denuncia sui social: cosa è successo
"Per la sicurezza di tutti quanti vi riporto quanto accaduto circa 30 minuti fa – ha scritto il giovane nel gruppo Cittadini di Formello – Purtroppo nell'agitazione non ho preso la targa, ma l'hanno sicuramente ripresa le videocamere. State attenti: sembra una persona perbene a guardalo".
Poi ha cominciato a spiegare cosa è accaduto. "Ero sulla Cassia Bis in direzione Cesano, ho preso l'uscita sulla destra, dove c'è la rampa e alla fine lo stop. Proprio all'uscita c'era un'auto, una Ford station wagon, ferma. E l'ho superata". È stato in quel momento che l'automobile ha iniziato a seguire il giovane, facendogli i fari. "Mi si è affiancata prima del sottopassaggio e il conducente ha iniziato a dirmi che gli avevo preso lo specchietto, mostrandomi l'oggetto, che era frantumato".
La tentata truffa e l'inseguimento
Il giovane, però, aveva ritirato la macchina nuova dieci giorni prima. "Non c'era, ovviamente, nessun graffio. Gli ho detto che non doveva importunarmi e che questa truffa la conoscono tutti", gli ha detto, prima di girare al benzinaio. "Ha girato lì anche lui. A quel punto mi sono reso conto che non sarei uscito da quella situazione così facilmente. Allora ho deciso di andare a casa di un amico: sapevo che con lui c'erano altri amici. Così li ho chiamati e ho chiesto loro di scendere", ha continuato a raccontare. Nel frattempo la station wagon non accennava a fermarsi: ha continuato a seguirlo per tutta la strada, entrando addirittura all'interno del condominio di casa dell'amico.
L'arrivo e la lite sotto casa
"Quando mi sono fermato, i miei amici erano già fuori, fortunatamente. Ed è iniziato il teatrino – ha spiegato ancora – Gli ho urlato che doveva andarsene, che mio padre aveva già avvisato i carabinieri e che sarebbe finita male". Poi la sorpresa: "Sono in buona fede, sono un sacerdote", ha provato a spiegare l'uomo che si trovava ancora al posto di guida dell'auto, forse pensando di ottenere un comportamento più indulgente da parte dei ragazzi.
"A quel punto, con tutta la rabbia del mondo, gli ho detto che doveva andarsene immediatamente. Soltanto 10 minuti dopo, senza nemmeno mai scendere dall'auto, è andato via". Nel frattempo sono arrivati i carabinieri e il giovane ha spiegato loro l'accaduto. "Non ho preso la targa, ma sicuramente si legge dalle videocamere del benzinaio in cui abbiamo girato entrambi – ha precisato – Presto farò denuncia: persone del genere devono sparire dalla circolazione".