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Tenta di violentare una collega, la minaccia di morte e la perseguita: l’azienda licenzia la vittima

La vicenda è avvenuta in un’azienda romana. L’uomo, che aveva avuto una relazione con la vittima, aveva inviato un video intimo della donna a colleghi e datore di lavoro. Invece di licenziare lui, hanno allontanato lei.
A cura di Natascia Grbic
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Lui la perseguita, la minaccia, le dice che la ucciderà e che ha legami con la camorra. La riprende in un video intimo a suo insaputa e lo invia a colleghi e datore di lavoro, in modo da intimidirla e umiliarla. Ciò che succede dopo, avrebbe dell'inverosimile se non fosse lo specchio di un'Italia improntata sulla cultura machista e patriarcale: l'azienda licenzia lei, la vittima, mentre prosegue senza problemi il rapporto di lavoro con il suo aguzzino, un uomo di 55 anni finito a processo con le accuse di revenge porn, stalking, tentata violenza sessuale e interferenza illecita nella vita privata.

La vicenda, riportata da Il Corriere della Sera, è avvenuta a Roma nel 2022. Y. è una donna di 35 anni, lavora come mediatrice in un'azienda di cui fa parte anche M. V., 55enne consulente legale. Per motivi professionali, una sera si incontrano a cena e, come a volte succede, si piacciono e cominciano una relazione. La storia va avanti per un po' di tempo fino a quanto Y. scopre che l'uomo l'ha ripresa a sua insaputa durante un rapporto intimo, facendo poi vedere il video ai colleghi. Per lei è stata una doccia fredda, e da quel momento ha deciso di troncare la relazione.

M. V., però, non aveva nessuna intenzione di lasciarla andare. Voleva avere il controllo sulla sua vita, e così ha cominciato a minacciarla. Le ha detto che l'avrebbe uccisa, che aveva legami con la camorra, e che non aveva problemi a dare mandato a dei criminali di farle del male. Ha preteso degli incontri sotto minaccia che avrebbe inviato quel video intimo a colleghi, famiglia, amici e conoscenti, facendo vivere la 35enne in uno stato di terrore e ansia perenne. Ha provato più volte a violentarla, l'ultima delle quali lei è riuscita a fuggire, tornando a casa terrorizzata. Ed è in quel momento che M. V. invia il video al datore di lavoro e ai colleghi commentando con un ‘è una poco di buono'. Lei lo ha denunciato. Ma l'azienda, invece di allontanare lui, ha licenziato lei.

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