Tensione alla manifestazione Cobas su incidenti: carabiniere in ospedale e 50 persone identificate
Tensioni in centro a Roma, dove si è svolto il sit-in del Sindacato Intercategoriale Cobas, sulla vertenza del Movimento 7 novembre da Piazza Montecitorio a Piazza Colonna. I manifestanti, insieme a delegazioni di lavoratori FedEx provenienti da tutta Italia, si sono radunati in strada stamattina, venerdì 21 maggio, intorno a mezzogiorno, per chiedere al ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti di convocare un tavolo istituzionale. Il bilancio è un carabiniere rimasto ferito, che ha avuto bisogno di ricorrere a cure mediche ed è stato trasportato in ospedale.
Una cinquantina le persone identificate
Una cinquantina le persone identificate per i disordini dai poliziotti della Digos, praticamente quasi tutti i partecipanti. Giunti nei pressi di Piazza Colonna, per portare la protesta direttamente fuori Palazzo Chigi, dove hanno tentato di bloccare il traffico, si sono incontrate con le forze dell'ordine a presidio. Secondo le informazioni apprese in quel frangente il militare è finito a terra all'altezza della colonna, è stato aggredito e strattonato manifestanti, che lo hanno colpito con calci e pugni. Sul posto è intervenuto il personale sanitario che lo ha soccorso e trasportato in ospedale in stato cosciente. Da quanto si apprende le sue condizioni di salute non sono gravi.
"Totale disinteresse delle istituzioni"
"Siamo tornati per la terza volta a Roma, dopo oltre un'ora di presidio sotto Montecitorio abbiamo ancora una volta constatato il totale disinteresse di Giorgetti e del governo Draghi sulle sorti dei 280 lavoratori di Piacenza e dei circa 2000 dell'intera filiera a cui viene negato da mesi il diritto alla rappresentanza e la libertà sindacale". Da quanto si apprende da Si Cobas, sarebbero sette i manifestanti rimasti feriti negli scontri con le forze dell'ordine lungo via del Corso. "Dopo una lunga trattativa con la Digos siamo riusciti a tornare fuori Montecitorio e a ottenere la liberazione dei compagni fermati" continuano. E concludono: "Prendiamo definitivamente atto qual è la linea del governo sulle vertenze e sulle lotte dei lavoratori: nessuna volontà di dialogo, ma solo manganellate e repressione".