All'università avevo un professore di Storia che mi spiegò una cosa che mi è rimasta bene impressa: "Il primo compito di ogni gruppo dominante, sia esso il vertice di un partito o il cda di un'azienda, quanto un'istituzione, è quello di riprodurre e garantire se stesso". Questo insegnamento mi sembra utile per leggere molte cose del mondo, e mi è venuto in mente ieri di fronte alla nota che il direttore artistico della Fondazione Teatro di Roma Luca De Fusco, ha diramato insieme al presidente del cda Francesco Siciliano, in risposta all'inchiesta di Fanpage.it in merito alle condizioni di lavoro all'interno del teatro (qui si legge la prima punta, qui la seconda).
Leggiamo il comunicato:
Si è svolto oggi presso il Teatro Argentina l'incontro tra il presidente della Fondazione Francesco Siciliano, il direttore Luca De Fusco e i membri dell'Organismo di vigilanza, convocato a seguito degli articoli usciti su diversi organi di informazione. L'Organismo di Vigilanza ha prima di tutto ricordato che esistono già gli strumenti di tutela dei lavoratori cominciando dal Codice Etico e finendo con le corrette procedure di comunicazione e di denuncia di ogni eventuale irregolarità o comportamento scorretto. Questi strumenti sinora non sono stati usati da nessuno all'interno del Teatro.
I vertici del teatro si sono auto assolti in quattro e quattr'otto, scegliendo di continuare a far finta di non vedere, trincerandosi dietro problemi di procedura burocratica, nonostante le denunce di comportamenti gravi e inopportuni siano stati documentati, come abbiamo raccontato, per iscritto in numerose occasioni, e anche in sede di confronti sindacali formali.
Peggio ancora: quello che abbiamo raccontato è quello che sanno tutti nel mondo del teatro, e che a lungo non è stato detto per paura. E non è un caso come le voci raccolte nella nostra inchiesta siano per la stragrande maggioranza voci di donne o di persone non eterosessuali, come sono nella maggior parte donne le lavoratrici che hanno denunciato comportamenti gravi nelle loro comunicazioni, perché c'è un problema non solo di mobbing, ma anche di sessismo e omofobia. E ecco ancora uomini di potere che coprono altri uomini dandosi le pacche sulle spalle, senza neanche il coraggio di aprire un dibattito e un confronto.
I vertici si fanno sordi ancora una volta, e mettono davanti alle vite di chi rende possibile ogni giorno andare in scena il buon nome del teatro: "Infine il presidente Siciliano e il direttore De Fusco ribadiscono la fiducia a tutti i lavoratori del Teatro e sottolineano con rammarico come un clima di sospetto, che per altro non si materializza in manifestazioni di reali denunce documentate, finisca per arrecare un danno al Teatro. Tanto più grave perché rischia di oscurare un dato di realtà: il teatro di Roma sta vivendo una stagione di successo degli spettacoli, di crescita della qualità, di una grande affluenza di pubblico".
L'Organismo di vigilanza riunitosi ieri, per il quale va tutto bene evidentemente, è stato convocato dopo aver annullato un incontro sindacale previsto da tempo, e anticipando ogni possibile mossa del comune di Roma. Prima insomma che l'atteso direttore generale che sarà nominato solo dopo la modifica dello statuto, prenda servizio. In fretta e furia si prova a mettere la parola fine d'imperio alla polemica e alle denunce.
Ma ormai quello che accade dietro le quinte è finito al centro della scena.