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Tavolini all’aperto, mercati, ambulanti e nuove regole sul commercio: come Roma si prepara al Giubileo

Intervista all’assessora alle Attività produttive e alle Pari Opportunità di Roma Capitale, Monica Lucarelli. Tutte le novità sul commercio a Roma a pochi mesi dall’inizio del Giubileo 2025, dai piani del commercio alle regole per i dehors di bar e ristoranti, dal regolamento sul decoro ai bandi per le licenze su area pubblica.
A cura di Enrico Tata
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Monica Lucarelli
Monica Lucarelli

Dalle nuove licenze su area pubblica alla questione degli ambulanti, dal Giubileo ai nuovi piani del Commercio, dalle licenze per i tavolini di bar e ristoranti alle nuove regole sul decoro. Tutte le novità sul commercio a Roma a pochi mesi dall'inizio del Giubileo 2025. Intervista all'assessora alle Attività produttive e alle Pari Opportunità di Roma Capitale, Monica Lucarelli.

Assessora Lucarelli avete approvato una memoria di giunta con cui procedere a indire i bandi per assegnare le licenze le licenze su area pubblica. Cosa comporta e perché è importante?

Comporta una rivoluzione della città. Questa è una operazione innanzitutto per dare sicurezza e certezza agli operatori. Ricordiamo che è un lavoro estremamente importante e tra l'altro riguarderà anche tutti i mercati e tutti i posteggi isolati e fissi. Quindi parliamo anche dei fiorai e delle edicole, insomma di tutto il mondo del commercio su area pubblica. È la prima volta che a Roma si assegneranno le licenze tramite bando. Ricordo che già quelle che sono in corso, nuove, che non erano assegnate, stiamo procedendo ai bandi che stanno andando molto bene. Vuol dire dare trasparenza alle procedure e, ripeto, certezza, perché in questo modo il titolo è certo e non si va avanti di proroga in proroga. E poi un controllo capillare sulla città. Ovviamente saranno privilegiati rispetto a coloro che hanno già operato in certi tipi di posteggi, avranno un punteggio in più nella partecipazione al bando.

Negli ultimi mesi si è parlato tanto della questione degli ambulanti. Saranno ricollocati? Siete pronti per il Giubileo?

Il tema del Giubileo riguarda soprattutto l'area del sito Unesco, cioè in gran parte il Municipio I. Il lavoro che si sta facendo da molti mesi a questa parte è quello della definizione, anche qui per la prima volta, dei cosiddetti piani del commercio. Cioè, immaginatevi, proprio la localizzazione dei banchi. Non essendo stato mai fatto negli anni scorsi, molte postazioni sono risultate cosiddette incompatibili. Che vuol dire che non rispettavano più le norme del codice della strada oppure erano in luoghi non più compatibili. Si farà in tutti i municipi e quindi sto coordinando il lavoro per fare sì che i piani vengano approvati entro la fine dell'estate. E in base a quelli si procederà con i bandi. Ovviamente non tutto sarà sistemato per il Giubileo. Direi una bugia se dicessi questo, perché è un percorso molto lungo. Stiamo già procedendo a una serie di rilocalizzazioni ed è un lavoro che deve essere fatto con un percorso partecipato con le associazioni di categoria. Il vero risultato penso che lo vedremo entro la fine del 2025. 

C'è anche un problema di decoro. Come state intervenendo su questo?

Stiamo lavorando sul cosiddetto banco tipo, per dare un'immagine univoca di tutti i posteggi. E soprattutto, parlo per le cosiddette bancarelle perché sulle edicole e sui fiorai già si era fatto un grande lavoro, per dare a tutti la stessa tipologia di banco, con un riconoscimento, il logo di Roma Capitale, un QR code per migliorare i controlli e il numero della licenza che deve essere ben in vista. Un aiuto anche per l'utente finale che va ad acquistare, per capire se quella bancarella ha un permesso oppure no.

Sempre sul Giubileo, dal punto di vista del commercio siamo pronti ad accogliere i milioni di pellegrini che arriveranno?

La pressione del Giubileo sarà una pressione importante. Ma mi sembra che il nostro commercio si stia preparando. Bisogna lavorare molto su i servizi di qualità, e troppo spesso i servizi per il turismo, soprattutto per quanto riguarda bar, ristoranti, non lo sono. E questo lo vediamo camminando per le nostre strade. Dovremmo recuperare ancora più orgoglio, e molti già lo stanno facendo. Più orgoglio per presentare la nostra offerta commerciale, quella qualità che poi è tipica dell'Italia e per la quale siamo conosciuti in tutto il mondo.

Su questo punto, sul decoro, soprattutto di bar e ristoranti nel centro storico di Roma. Dal punto di vista normativo c'è un modo per obbligare i commercianti a rendere più belli i locali oppure no?

Direi di si. Abbiamo approvato lo scorso ottobre in giunta una delibera proprio sul regolamento delle occupazioni di suolo pubblico per le attività di somministrazione e quindi bar e ristoranti. La proposta regolamentare approderà in Assemblea capitolina nelle prossime settimane ed entro la fine dell'estate sarà approvata. Io penso che sia corretto che il Comune si occupi della valorizzazione del proprio suolo pubblico e che lo faccia nella maniera che reputa più opportuna, con un percorso partecipato, come abbiamo fatto con tutte le associazioni di categoria.

Lei ha risposto duramente al ministro Urso, che apriva alla possibilità di rendere strutturale la presenza dei tavolini all'aperto. Ci può spiegare la sua posizione in merito?

Inizialmente ciò che era stato detto dal ministro era di rendere strutturale ciò che era stato autorizzato per il Covid e ovviamente noi su questo non possiamo essere d'accordo. Riguardava infatti un momento emergenziale ed è stata una misura che a mio avviso è stata molto importante. Oggi non è più così, ma è rimasto qualcosa di positivo. Quell'esperienza ha dimostrato che effettivamente il consumare all'aperto è qualcosa che agli italiani e non solo piace. E soprattutto a Roma, che offre, sia per il clima che la bellezza che ci circonda, luoghi stupendi per stare all'aperto. Noi siamo per la valorizzazione di quell'esperienza, ma per una occupazione del suolo pubblico che tenga insieme la necessità di fare impresa con la necessità di valorizzare il nostro patrimonio culturale e con la vita dei residenti. Tutto questo vuol dire non liberalizzare semplicemente dicendo ‘Lasciamo le cose così come stanno', perché per Roma sarebbe un qualcosa di troppo pesante e di fatto rischia di distruggerla. Dobbiamo invece dare delle regole che siano regole certe. Con il regolamento noi crediamo di aver fatto un ottimo lavoro e tra l'altro stiamo lavorando anche a un provvedimento per aumentare i giorni di chiusura per quei locali che occupano in maniera totalmente abusiva il suolo pubblico. E credo che sia un un lavoro che serva non soltanto alla città e al decoro, ma anche a tutti quegli operatori del settore che lavorano in maniera seria e corretta, perché altrimenti si tratta di concorrenza sleale.

Sulla sicurezza la sua delega è stata affidata dal sindaco all'ex pm Greco. Qual è il senso di questa scelta?

Un anno e mezzo fa, quando il sindaco mi ha chiesto di prendere in carico la delega, era un momento diverso rispetto a oggi, sia in termini di geopolitica che in termini di sicurezza della città. E lo ha fatto aggiungendola alle altre deleghe che ho, che sono già abbastanza importanti. Molto lavoro è stato fatto, ma oggi quella delega torna all'interno del gabinetto del sindaco con una persona, il dottor Greco, che guarderà la sicurezza a tutto tondo e con un impegno che sia focalizzato su questo. Devo dire che quando abbiamo parlato col sindaco io ero perfettamente d'accordo. È stata una scelta assolutamente condivisa e penso che il dottor Greco abbia tutta l'esperienza e le competenze per portarla avanti nel migliore dei modi.

Lei ha anche la delega alle Pari opportunità e il 15 giugno c'è il Gay Pride, che patrocinate. E Roma, secondo lei è una città accogliente e in questo senso il governo invece sta facendo passi indietro sui diritti?

Roma storicamente è stata sempre crocevia di paesi, popoli, religioni. Quindi direi che Roma è una città accogliente, ma non abbastanza. E in un Paese che è ancora molto indietro sulle tematiche dei diritti. C'è una tendenza a fare passi indietro, a tornare su tutti i temi dei diritti, se pensiamo anche a tutta la polemica che c'è sull'aborto. Credo che sia importante una giornata in cui si parla di diritti e bisogna farlo tutti insieme. Una festa che porta contenuti estremamente importanti e le amministrazioni, io penso, devono essere vicine a tutti i cittadini e tutte le cittadine. E per essere vicini bisogna rispettare tutti nelle diverse declinazioni, dal colore della pelle all'orientamento sessuale e religioso. Se capiremo che non siamo l'uno contro l'altro, ma parte di un tutto unico non si andrà da nessuna parte. Mi sento di essere fiduciosa rispetto al futuro, perché i giovani sono più avanti, per fortuna. Ma chi ha ruoli di rappresentanza, governo o amministrazioni local, non può non tenere conto che la libertà e i diritti non sono qualcosa di scontato, ma che va riconfermato giorno dopo giorno.

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