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Emergenza rifiuti Roma

Tar annulla l’ordinanza della Regione Lazio: Roma non deve indicare il sito per la nuova discarica

Il Tar del Lazio ha dato ragione alla sindaca Virginia Raggi: il Comune di Roma non deve indicare il sito per la nuova discarica. Annullata quindi l’ordinanza del 2 aprile emanata dalla Regione Lazio e scongiurato il commissariamento del Campidoglio sulla questione rifiuti. Raggi: “Vittoria per tutti i cittadini e tutti i territori”.
A cura di Natascia Grbic
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"Il Tar del Lazio ha accolto il nostro ricorso e ha annullato l'ordinanza con cui il Presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti imponeva a Roma Capitale di indicare una discarica dentro la città. Si tratta di una vittoria per tutti i cittadini e tutti i territori che, da troppi anni, pagano scelte scellerate calate dall'alto". Lo ha dichiarato oggi la sindaca di Roma Virginia Raggi, riferendosi all'ordinanza emanata lo scorso 2 aprile dalla Regione Lazio che intimava alla sindaca di indicare entro 30 giorni i siti dove realizzare la discarica di Roma e i Tmb. "Ora la Regione Lazio non ha più alibi – continua Raggi – Dopo la chiusura della discarica di Malagrotta nel 2013 non sono mai state costruite valide alternative, neppure nell’ultimo, insufficiente, piano rifiuti regionale. A questo si aggiunge la chiusura di diverse discariche e impianti del Lazio, uno dei quali al centro dell'indagine che ha portato agli arresti della responsabile della direzione Rifiuti della Regione Lazio, per ipotesi di corruzione. Questi sono i fatti".

Scongiurato quindi il commissariamento di Roma sulla questione rifiuti: Palazzo Senatorio rischiava di perdere la sovranità su scelte fondamentali per la vita dei cittadini e non decidere più sulla questione rifiuti. Per la Regione Lazio, Roma Capitale e Ama avrebbero dovuto rispettivamente indicare i siti per la costruzione degli impianti di smaltimento e per una discarica sul proprio territorio, e bandire, tramite Invitalia, la gara per il trasporto dei rifiuti all'estero. Non è così però per il Tar del Lazio, secondo cui la Regione può intervenire con un simile provvedimento solo nel caso si verifichino situazioni di "eccezionale e urgente necessità di tutela della salute pubblica e dell’ambiente". La Regione, invece, aveva chiesto un'attività pianificatoria, che deve essere invece affrontata con sinergia da tutti gli enti. Regione inclusa.

"Le soluzioni esistono – conclude Raggi – Alcune di esse sono state individuate nel nuovo piano industriale di Ama, che prevede anche la realizzazione di nuovi centri di trattamento meccanico-biologico: impianti che non sono stati realizzati prima anche per i pesanti ritardi nell'approvazione del Piano Rifiuti della Regione Lazio. I giudici hanno sgomberato il campo da ogni alibi. Non si può fare politica su un tema così delicato, sulle spalle dei cittadini. È arrivato il momento che la Regione collabori per cercare soluzioni fattibili e concrete".

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