Tangenti al Ministero dell’Istruzione: 15 persone a rischio processo
Chiuse le indagini sulle tangenti sugli appalti del Ministero dell'Istruzione: sono quindici le persone che rischiano il processo. Fra loro anche l'ex capo di dipartimento per le risorse umane, finanziarie e strumentali del ministero del ministero, Giovanna Boda e l'imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco, tutti accusati a vario titolo per alcuni episodi di corruzione.
Secondo quanto ricostruito dal pm Carlo Villani, Boda, con l'aiuto della segretaria Valentina Franco, dell'autista Fabio Condoleo, dei collaboratori Sara Panatta e Vincenzo Persi e di Nicola Cirillo e Massimo Mancori, tutti consapevoli del loro ruolo nell'attività di corruzione, avrebbe ricevuto denaro (o la promessa di ottenerlo) per un totale di 3,2 milioni di euro da parte di Bianchi di Castelbianco in cambio di appalti da 23, 5 milioni di euro per le tre società e la fondazioni a lui riconducibili (Istituto di Ortofonologia, la Com.E – Comunicazione & Editoria, la Edizioni Scientifiche Ma.Gi.e la fondazione M.I.T.E. – Minori Informazione Tutela Educazione).
L'indagine al Ministero
L'indagine è partita quando, nell'aprile del 2021, una dei dirigenti, non appena scoperto di essere indagata, aveva tentato i suicidio lanciandosi da una delle finestre del ministero. In breve tempo, però, si è scoperto che i rapporti corruttivi non si fermavano a Boda e Bianchi di Castelbianco: lo scorso marzo altre 7 persone sono state raggiunte da un misura cautelare e 120mila euro sono stati sequestrati.
Carte prepagate, corsi di musica e sci, l'affitto di un appartamento, visite per la chirurgia plastica, una vacanza in baita in Piemonte, soggiorni i hotel, persino la promessa di assumere una ventina di persone oltre al pagamento delle bollette del gas: questo è quanto avrebbe ricevuto Boda da Bianchi Castelbianco. Oltre a lei, anche gli altri avrebbero goduti di appartamenti vicino al ministero, lavori di ristrutturazione, camere in Bed and Breakfast, moto e pc.
In cambio, fra le numerosi contestazioni a Boda, lei avrebbe anticipato a Bianchi di Castel Bianco anche la bozza del bando per il finanziamento di progetti scolastici contro la povertà educativa. In risposta, l'imprenditore avrebbe richiesto modifiche e partecipato alle riunioni: per questo adesso i due sono accusati anche di reato di concorso nella rivelazione e utilizzazione di "notizie d'ufficio che avrebbero dovuto rimanere segrete".
Il termine delle indagine
Alla chiusura delle indagini, le persone offese individuate dalla procura sono tre: il ministero dell'Istruzione, la presidenza del Consiglio dei ministri – Dipartimento delle Pari Opportunità e l'Agenzia delle Entrate.
A prova di quanto scoperto, il pubblico ministero ha citato i documenti acquisiti dalle banche, dagli istituti scolastici e dal dicastero, oltre agli interrogatori. La segretaria di Boda, Valetina Franco che ha collaborato alle indagini fornendo riscontri ai finanzieri e Sara Panatta, infine, hanno chiesto di patteggiare la loro pena.