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Tamara Pisnoli, l’imprenditore massacrato: “Ha cercato il mio sguardo in tribunale, io l’ho evitato”

Sequestrato e picchiato su ordine di Tamara Pisnoli, Antonello Ieffi ha raccontato del suo ultimo incontro con la donna: “Eravamo in tribunale e mi fissava”.
A cura di Beatrice Tominic
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Le motivazioni della sentenza del processo che vedeva imputata Tamara Pisnoli, ex moglie di Daniele De Rossi, sono arrivate pochi giorni fa: la donna è stata condannata a sette anni e due mesi di carcere e al pagamento di una multa per tentata estorsione e rapina aggravata. "Una sentenza giusta – ha commentato a la Repubblica l'imprenditore massacrato da due persone su ordine di Pisnoli – L'ultima volta che l'ho vista è stato durante il processo cercava il mio sguardo, l'ho evitato. Se la incontrassi per strada, cambierei marciapiede".

La descrizione dei giudici

Come si legge nei documenti della sentenza, i giudici hanno fornito un'attenta descrizione di Pisnoli, la cui vita sarebbe stata improntata alla "violenza e alle minacce". Secondo i giudici, l'unica preoccupazione di Pisnoli sarebbe stata quella di "non creare attriti con altri esponenti della criminalità locale". Una personalità criminale fredda e composta tanto da rimanere a guardare il pestaggio "senza intervenire per interrompere l’azione violenta, o apparire sconvolta o impaurita, ma semplicemente adottando una smorfia di disgusto quando ha visto il sangue colare copiosamente".

Il pestaggio ai danni dell'imprenditore

I fatti risalgono al 17 luglio del 2013, quando l'imprenditore, Antonello Ieffi, si è recato in un bar da cui è stato prelevato per raggiungere l'abitazione di Tamara Pisnoli, certo di dover discutere di affari legati agli investimenti sul fotovoltaico della donna. Una volta arrivato, però, è stato sequestrato e picchiato con violenza da quattro uomini che si trovavano con lei, armati anche di coltello a serramanico.

Soltanto dopo ore e il furto di un Rolex e 900 euro, Ieffi è stato abbandonato lungo la via Portuense dove, con un telefonino nascosto, è riuscito a contattare la sua fidanzata e a far scattare l'allarme. "Sono stato picchiato e derubato – aveva raccontato a Fanpage.it Ieffi – Quando nell'attico di Pisnoli all'Eur, era seduta nella stanza, l'ho vista subito. Come un boss ha guardato gli altri e ha detto: questo non vuole pagare, pensateci voi. Aveva uno sguardo gelido. Poi le botte".

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