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Taglia le orecchie al cane per “motivi estetici”: condannato a 4 mesi

Il proprietario di un cane razza American Staffordshire ha patteggiato una condanna a 4 mesi per aver inflitto all’animale il taglio delle orecchie, una motivazione per “motivi estetici” giustificata con un finto certificato veterinario a un concorso canino. A procedere con la denuncia dell’uomo le Guardie zoofile di Roma dell’Oipa.
A cura di Redazione Roma
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Il proprietario di un cane di razza American Staffordshire – un molossoide – è stato condannato e ha patteggiato la sua condanna a quattro mesi, perché riconosciuto responsabile di aver provocato una mutilazione all'animale per “motivi estetici”. L'uomo aveva infatti tagliato le orecchie al cane, un tipo di mutilazione al pari di quella della coda purtroppo ancora praticata di frequente per rendere gli animali con un aspetto “più aggressivo”. Le mutilazioni di queste tipo sono state dichiarate illegali dalla Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia di Strasburgo del 13 novembre 1987, diventata legge in Italia nel 2010.

A denunciare l'uomo le Guardie Zoofile di Roma dell'Oipa che, impegnate in un un'operazione denominata “Dirty Beauty” volta a individuare e reprimere proprio questo tipo di comportamenti. I controlli sono scattati quando l'uomo – originario di Caserta – aveva presentato l'animale a una gara canina, giustificando il taglio delle orecchie con un certificato veterinario che parlava di motivi di salute. Ma il certificato alle successive indagini condotte dai Nas si è rivelato falso.

“Il taglio delle orecchie e della coda è una pratica fuorilegge da denunciare. I veterinari non siano conniventi”, è l'appello di Claudio Locuratolo, coordinatore provinciale delle guardie zoofile Oipa di Roma e provincia. “La nostra indagine di polizia giudiziaria – prosegue – condotta con la collaborazione carabinieri del Nas di Salerno, ha accertato che il certificato veterinario esibito era falso. I molti controlli delle nostra guardie zoofile a livello nazionale hanno portato a oltre 70 denunce all’autorità giudiziaria, anche nei confronti di veterinari. Questa è soltanto l’ennesima condanna ottenuta, siamo certi che ne arriveranno molte altre“.

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