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Svolta sulla morte di Gianmarco Pozzi a Ponza: trovata una carriola, è la prova dell’omicidio

Gianmarco Pozzi è stato trovato morto a Ponza nell’estate del 2020. Un incidente oppure è stato ucciso? Il ritrovamento di una vecchia carriola potrebbe essere la ‘prova regina’ dell’omicidio del ragazzo.
A cura di Enrico Tata
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Gianmarco Pozzi, 28 anni, è morto a Ponza il 9 agosto del 2020. È stato ritrovato all'interno del giardino di una villetta dell'isola con una profonda ferita alla testa, scalzo e in costume. Secondo le prime ricostruzioni, si è trattato di un tragico incidente, una sfortunata caduta.

La morte del campione di kickboxing è però ancora avvolta nel mistero e oggi, riferisce il Corriere della Sera, gli investigatori avrebbero trovato la prova che dimostrerebbe l'omicidio. Si tratta di una carriola, trovata in un campo nei pressi del luogo di ritrovamento di Pozzi, coperta dalle sterpaglie. Diversi mesi dopo il fatto, qualcuno ha raccontato di aver visto trasportare il corpo di un uomo avvolto da un telo nero a bordo di una carriola. La notte era quella della morte di Pozzi. Su quel racconto gli inquirenti non hanno mai trovato riscontri, fino alle scorse ore.

La carriola si trovava a pochi metri di distanza dalla scena del presunto crimine e adesso i carabinieri del Ris la analizzeranno alla ricerca del dna. C'era davvero il cadavere di Pozzi? E sui manici sono rimaste impresse le impronte dei tre uomini che il testimone avrebbe visto? Al Corriere l'avvocato della famiglia Pozzi ha detto di attendere l'esito degli esami nei prossimi giorni.

Secondo le ricostruzioni del medico legale, Pozzi sarebbe caduto da un'altezza di 2,70 metri e questo giustificherebbe le lesioni trovate sul corpo. Ma come si spiegano le ferite sulla parte sinistra del corpo, dato che sarebbe caduto sul fianco destra?  "Quel lato non dovrebbe aver toccato nulla eppure ha tutte le ossa rotte, ecco perché pensiamo sia stato aggredito", ha dichiarato l'avvocato della famiglia. Sul corpo sono stati trovati tagli, contusioni, il segno di una corda stretta intorno alla vita. Ferite compatibili con un'aggressione in piena regola.

Il caso di Gianmarco Pozzi, abbiamo scritto sul nostro giornale, sembrerebbe intrecciarsi con le indagini su un giro di droga sull'isola di Ponza. Alcune persone coinvolte nel traffico e spaccio di stupefacenti conoscevano molto bene Gianmarco e il suo nome, tra l'altro, compare nelle intercettazioni: "Alessio, se io so qualcosa e tu centri qualcosa con la morte di Gianmarco, tu da Ponza è meglio che scappi. Perché ti veniamo a prendere dove stai".

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