Svolta nelle indagini su Francesca Russo, morta a casa del capo: lui indagato per omicidio colposo

Francesca Russo, 26 anni, è morta lo scorso 19 maggio nell'abitazione del suo datore di lavoro a Ciampino, dopo una notte trascorsa in alcuni locali della movida romana. Adesso l'uomo è sotto indagine con l'accusa di omicidio colposo. L'ipotesi della procura di Velletri, che sta coordinando le indagini dei carabinieri di Castel Gandolfo, è che l'indagato possa aver tardato nel chiamare i soccorsi, circostanza che potrebbe aver compresso le possibilità di sopravvivenza della giovane.
La 26enne lavorava in un centro estetico nel quartiere Prati di Roma. Tra lei e l'imprenditore era nata una relazione che andava avanti qualche mese e la sera del decesso avevano trascorso insieme la notte, tra locali e discoteche della Capitale. I due sono stati fermati per un controllo dei carabinieri alle porte di Ciampino. Poi, una volta arrivati a casa, Francesca si è sentita male e ha deciso di dormire sul divano.
Secondo la versione dell'indagato il mattino seguente, alle 9.30, la 26enne era ancora viva, ma lamentava un dolore al naso. Dopo il peggioramento delle condizioni, l'uomo ha deciso di chiamare il 118, ma all'arrivo dei soccorritori non c'era più nulla da fare.
Francesca si era sottoposta a un intervento chirurgico al naso, ma l'esame della cartella clinica ha escluso complicazioni. Nel sangue della ragazza, invece, sono state trovate tracce di sostanze stupefacenti. In ogni caso e a prescindere dalle cause della morte, secondo gli inquirenti l'indagato potrebbe aver chiamato i soccorsi in colpevole ritardo e questo avrebbe complicato le speranze di salvare la ragazza. Il 39enne ha scelto di non rispondere alle domande dei carabinieri, ma le indagini sul suo conto proseguono.