Caso Orlandi, un dossier segreto porta Emanuela in Sardegna e poi a Londra: cosa sappiamo
Un dossier segreto, che confermerebbe la pista di Londra. Emanuela Orlandi sarebbe stata portata in Sardegna, a Santa Teresa di Gallura, la notte in cui sparì per poi essere trasferita a Londra. È quello di cui si parlerà nella puntata in onda stasera al programma DiMartedì, condotto da Giovanni Floris su La7. Un documento riservato che descriverebbe dov'è stata portata Emanuela, la cittadina vaticana scomparsa il 22 giugno del 1983, fin dai primi momenti in cui è stata rapita. A parlare di una pista inglese era già stato il giornalista Emiliano Fittipaldi, che nel 2017 ha fatto una conferenza stampa internazionale. Informazioni che al tempo però non destarono particolare risonanza. Oggi l'ipotesi che Emanuela sia stata portata a Londra torna in primo piano.
Nuovo dossier confermerebbe la pista di Londra
Come riporta Il Corriere della Sera in un articolo a firma di Fabrizio Peronaci il dossier che conferma che Emanuela Orlandi sia stata portata a Londra unisce fatti veri a circostanze non verificate. Fa riferimento al documento divulgato nel 2017 che la Santa Sede ha dichiarato falso. Al suo interno, come ne ha anche parlato la docuserie Netflix “Vatican girl” uscita ad ottobre scorso, è contenuta una presunta nota-spese da 483 milioni di lire, che il Vaticano avrebbe sostenuto per mantenere Emanuela durante il suo soggiorno fuori dall'Italia.
Emanuela Orlandi portata in Sardegna la sera della scomparsa
Il dossier è a firma di "servitore della Repubblica". Emanuela Orlandi la sera stessa della scomparsa a Roma sarebbe stata messa su un'imbarcazione e portata in Sardegna, dove avrebbe trasitato prima di essere portata all'estero: "Il 22 giugno 1983, alle ore 20, è già a Civitavecchia […] – c'è scritto nel documento – ed è arrivata alla darsena di Santa Teresa di Gallura". La scelta sarebbe ricaduta proprio su quel luogo "perché in quello stretto si incrociavano i segnali radio dei radiofari italiani e francesi. Questo permetteva, a causa delle tecnologie obsolete dell’epoca, di non essere tracciati, poiché un radar creava interferenze all’altro".
Emanuela Orlandi ospite in una casa di South Kensington a Londra
L'autore da quato punto si ricongiunge con il documento del 2017: "Fino al 2000 Emanuela Orlandi potrebbe essere stata ospite in Inghilterra sotto protezione di una fondazione ecclesiastica… […] Rintracciarlo ufficialmente diventa complicato: secondo la giurisprudenza britannica infatti certe fondazioni non sono obbligate a comunicare informazioni su benefattori o associati…". E il passaggio che sembra più chiaro: "La cosa certa è che tra il 1993 e il 2000 Emanuela è stata ospite in una casa di South Kensington, a Londra, sotto la gestione dello Ior, che ha provveduto al suo mantenimento lontano dagli affetti, con il plauso e l’appoggio del Sacro collegio per le opere misericordiose, che a quel tempo utilizzava come cassa la fondazione Nova".