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Suor Serafina, 110 anni, non riesce a prenotare la visita medica: a 6 mesi la prima disponibile

La storia di Serafina, ha spiegato il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, “è il simbolo del sistema che sto combattendo con tutte le mie energie e che mi indigna e imbarazza”.
A cura di Enrico Tata
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Suor Serafina, 110 anni, una delle cittadine italiane più anziane, vorrebbe soltanto prenotare una visita geriatrica. Telefona al Cup della Regione Lazio, ma l'appuntamento, il primo disponibile, le viene fissato per il 28 novembre. L'alternativa? Prenotare una visita medica geriatrica a domicilio in regime privato a un costo di circa 300 euro. La storia è stata diffusa dall'associazione Giustitalia, che si è offerta di aiutare l'anziana a titolo gratuito.

Il presidente Rocca: "La sanità è in tilt, basta caos"

Il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, ha seguito la vicenda "con commozione e preoccupazione" e si è offerto di aiutare la suora: "Questo è il mio impegno (amaro) a tampone del "vuoto". Ma colmarlo questo vuoto? Non bastano la razionalizzazione e la programmazione, il vuoto in questione va curato innanzitutto con la ricerca dell'umanità. Grazie cara Sorella per averci, con la sua vicissitudine, scosso – se possibile – ancora di più. Perché per una Suor Serafina che riesce a far sentire la sua voce, in tanti non riescono e vivono percorsi disumanizzanti e indegni di una società che vuol definirsi civile", ha scritto il presidente.

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La storia di Serafina "è il simbolo del sistema che sto combattendo con tutte le mie energie e che mi indigna e imbarazza. Tecnicamente la sua prenotazione rispetta criteri stabiliti dal "sistema”. Ed è proprio questo sistema (e spesso l'assenza di esso) che sto riformando nel profondo, a partire dall'aspetto umano e di dignità della persona.Un sistema in tilt, frutto negli ultimi decenni di mal governo della sanità laziale e che mi porta, innanzitutto, a chiedere scusa a Suor Serafina, non solo a nome mio, ma di tutta la giunta della Regione Lazio. Deve finire questa meccanica zoppa e alienante fatta solo di numeri, di ritardi, di disorganizzazione e caos. È una malattia grave, allo stadio terminale, quella della sanità laziale. Non avrò pace finché questo non avverrà. Ci ho messo la faccia e andrò fino in fondo".

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