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Sul dimensionamento scolastico Rocca colpisce le periferie: a Roma protesta il Quarticciolo

La Regione Lazio ha accorpato arbitrariamente dieci istituti scolastici nel territorio di Roma senza fornire spiegazioni in merito ai criteri di scelta. Al Quarticciolo, periferia Sud Est della Capitale, la scuola Pirotta è destinata ad essere unita ad all’istituto Ghini.
A cura di Enrico Tata
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Il Consiglio straordinario che si è tenuto alla scuola Pirotta del Quarticciolo
Il Consiglio straordinario che si è tenuto alla scuola Pirotta del Quarticciolo

Nel Lazio venti scuole saranno accorpate a partire dall'anno scolastico 2024/2025: due in provincia di Frosinone, una a Latina, una a Rieti, una a Viterbo e quindi nella Città metropolitana di Roma Capitale, di cui 10 in città. Una decisione presa arbitrariamente dalla Regione Lazio, che al momento non ha ancora fornito alcuna spiegazione in merito ai parametri di scelta degli istituti. E così, per esempio, nel IX municipio di Roma saranno unite due scuole che si trovano a oltre dieci chilometri di distanza. Al Quarticciolo, periferia Sud Est di Roma, la scuola Pirotta è destinata ad essere unita ad all'istituto Ghini, privando il territorio, ha detto l'assessora capitolina alla Scuola, Claudia Pratelli, "di un presidio educativo importantissimo". E tutto questo in un quartiere dove la dispersione scolastica è a livelli altissimi.

La stessa assessora ha partecipato al consiglio straordinario che si è tenuto ieri e oggi è in programma un sit in di protesta davanti alla scuola. Al Quarticciolo, ha spiegato Pratelli, "viene colpita da tagli una scuola che e' tra i pochi presidi di opportunità e giustizia sociale in un quartiere notoriamente pieno di contraddizioni: cosi lo Stato abdica alla sua funzione. Ribadiamo dunque la contrarietà a un'operazione agita per ragioni meramente contabili che ha l'effetto di impoverire la capillarità dei presidi educativi e che contraddice, con una modalità decisoria verticale, la volontà espressa dai territori, dalle scuole e dagli enti di prossimità costruita in mesi di confronto".

Secondo chi protesta, infatti, la decisione della Regione Lazio è arrivata come un fulmine a ciel sereno. Nell'ambito della conferenza regionale per definire gli accorpamenti a cui hanno partecipato i municipi, la Città Metropolitana, gli istituti scolastici e Roma Capitale, la Regione Lazio aveva dato il via libera, confermando le indicazioni dei territori, per due accorpamenti nel territorio della provincia di Roma: in città avevano chiesto di essere unite le scuole Fratelli Bandiera e Montessori Plini del II Municipio.

E invece il 4 gennaio la Regione Lazio ha approvato una delibera di giunta che dispone l'accorpamento per 20 istituti del Lazio. I criteri di queste scelte restano tuttora sconosciuti. Presentando il ‘Piano Regionale di Dimensionamento delle Istituzioni Scolastiche per l'anno scolastico 2024/25', la giunta Rocca fa sapere che un provvedimento introdotto dal governo con il Decreto Milleproroghe 2024 ha consentito di intervenire con una riduzione di 20 autonomie scolastiche invece delle 37 inizialmente previste.

L'elenco delle scuole accorpate nel territorio della Città Metropolitana di Roma
L'elenco delle scuole accorpate nel territorio della Città Metropolitana di Roma

"Le procedure di dimensionamento salvaguardano l’autonomia delle Istituzioni scolastiche ubicate nelle piccole isole, nelle zone particolarmente isolate e nei territori del cratere sismico del 2016 e non modificano l’identità storico culturale e territoriale delle istituzioni scolastiche coinvolte comportando unicamente lo spostamento delle sedi di dirigenza. Tutti i plessi scolastici rimarranno, infatti, funzionanti e operativi nei territori in cui sono collocati", informa la Regione Lazio in una nota.

Eppure è evidente che non avere più un dirigente scolastico rappresenterà un indebolimento per le scuole ‘accorpate'. In più, denunciano sindaci e presidi, la Regione Lazio non ha fornito spiegazioni in merito alle scuole scelte per il dimensionamento e ha agito senza un confronto con le parti coinvolte.

In Regione la consigliera regionale del Pd Eleonora Mattia, membro della Commissione Diritto allo Studio e Istruzione, ha chiesto un'audizione urgente per ascoltare l'assessore regionale alla Scuola Schiboni, l'Ufficio Regionale Scolastico, sindaci, presidenti Municipi Roma, Città Metropolitana di Roma Capitale, sindacati e associazioni: "Non è vero che vengono tagliate solo le dirigenze, come avevano sostenuto all'inizio Governo nazionale e regionale, ma vengono tagliate anche le scuole, con ricadute negative sui posti di lavoro per le segreterie e personale Ata, oltre che per i presidi, e compromettendo la continuità didattica del rapporto tra alunni e insegnanti. Insomma una mannaia che, non avendo la Regione ascoltato preventivamente le esigenze e caratteristiche peculiari di scuole e territori, ora avviene senza alcun criterio e che, ancora una volta, finisce per colpire soprattutto quelle autonomie scolastiche in quartieri popolari, zone periferiche, che hanno acceso una luce di speranza ed emancipazione sociale in aree altrimenti marginalizzate".

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