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Stupro di Capodanno, liberato uno degli arrestati: il Tribunale revoca i domiciliari

Il ragazzo era stato arrestato nei giorni scorsi dopo tredici mesi di indagini condotte dai carabinieri. Il Riesame ha revocato gli arresti domiciliari.
A cura di Natascia Grbic
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Il Tribunale del Riesame di Roma ha revocato la misura degli arresti domiciliari per C. N., uno dei ragazzi arrestati per lo stupro di una minore nella notte di Capodanno 2021 a Primavalle. C. N. era stato arrestato nei giorni scorsi dai carabinieri e sottoposto alla misura cautelare dei domiciliari con braccialetto elettronico. Il giovane è indagato insieme ad altri due maggiorenni e due minorenni perché accusati di aver stuprato in gruppo una ragazza, che quella sera versava in forte ‘stato di inferiorità psico-fisica'.

I fatti risalgono allo scorso anno, e più precisamente alla notte di Capodanno 2021. Diversi giovani si erano riuniti in una villetta a Primavalle per festeggiare l'arrivo del nuovo anno, tra grossi quantitativi di droga e alcol. Una di loro, una minore, è stata abusata più volte da diversi ragazzi all'interno della villetta: la giovane, che poi ha presentato denuncia ai carabinieri, ha provato a difendersi ma non c'è riuscita. E nessuno, tra i presenti alla festa, ha cercato di aiutarla, nonostante fosse chiaro cosa stesse succedendo.

"Con l’avvio della procedura giudiziaria relativa al cosiddetto ‘stupro di Capodanno' a Roma, la vittima e la sua famiglia tornano a sottolineare la loro gratitudine all’Arma dei Carabinieri e la fiducia nella Magistratura – si legge in una nota diffusa dalla famiglia della ragazza – La vittima e la sua famiglia non cercano punizioni vendicative che non sono d’aiuto a nessuno. Una sentenza riflette la legge e non i desideri di una Parte ma – se ci è concesso sperare – vorremmo che il procedimento raggiunga tre risultati: una pronuncia che aiuti chi ha perpetrato le violenze a rendersi consapevole della loro gravità, anche nella prospettiva di una loro vita migliore in futuro. Una decisione che aiuti i giovani che non hanno direttamente esercitato violenza, ma hanno assistito ai fatti con un sentimento di normalità, a capire il vuoto di senso e bellezza di una vita ove l’altro – di qualunque sesso, etnia o condizione sociale – è visto come un oggetto, come un mezzo invece di un fine. E una sentenza che aiuti la vittima a sentirsi sostenuta e protetta, ristabilendo il giusto valore alla sua inviolabile dignità in quanto persona e in quanto donna. Pertanto, invitiamo la stampa a seguire la vicenda con questo spirito: facendone un’occasione per rafforzare valori e consapevolezza invece che di cruda e sterile cronaca. Se ci riusciamo, tutti insieme, a trasformare un dolore indicibile in un’occasione per rendere il mondo un po’ migliore, sarebbe il vero risarcimento alla vittima per una ferita profondissima e insanabile".

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