video suggerito
video suggerito

Stupro di Capodanno a Roma, la vittima dice di essere stata minacciata dalle amiche dopo la violenza

“Le ragazze mi hanno mandato audio su Whatsapp dicendo che le avevo messe nei casini, che avevo fatto i loro nomi”.
A cura di Enrico Tata
223 CONDIVISIONI
Immagine

"Non riesco a riposare, dormo tre ore la notte e il pomeriggio sono stanca", racconta Giulia (nome di fantasia), la ragazza vittima dello stupro di Capodanno 2021 avvenuto in una villetta della Torresina, Roma Nord. Queste parole risalgono a febbraio 2021, a circa un mese di distanza da quella notte. Giulia adesso vive in Spagna, dove vive con la famiglia, e non è mai più tornata in Italia. Secondo quanto riporta Giulio De Santis sul Corriere della Sera, la ragazza ha dichiarato di avere ricevuto alcune minacce dalle sue amiche dopo la violenza subita: "Le ragazze mi hanno mandato audio su Whatsapp dicendo che le avevo messe nei casini, che avevo fatto i loro nomi. Mi hanno messo un’angoscia addosso…". E ancora, una di loro le avrebbe detto: "Per colpa tua ho un processo, mi hanno dato spaccio, mi metteranno ai domiciliari". "Mi ha mandato un audio di un minuto per minacciarmi", racconta Giulia. A quel party di Capodanno c'erano cocaina e Retrovil: "Ho scoperto che quelle cose appartenevano alle mie amiche e quindi non penso che avessero interesse a drogarmi. Però magari qualcun altro ha portato qualcosa. Non ricordo di averne assunta, ma ho bevuto e fumato canne, ma non mi sentivo solo ubriaca e fatta, penso di aver preso altro ma non di mia volontà".

All'inizio le amiche hanno sostenuto Sara, chiamandola spesso per sapere come stesse. Poi, però, tutto è cambiato e i messaggi hanno cominciato a diventare di tutt'altro tipo: "Mi davano della bugiarda, mi dicevano che per colpa mia avrebbero avuto problemi".

Lo stupro di Capodanno a Roma

La violenza sulla sedicenne è avvenuta nella notte di Capodanno in una villa alla periferia Nord di Roma. Secondo la procura i responsabili sarebbero tre ragazzi. Stando alla versione di Giulia, nessuno è intervenuto ad aiutarla mentre veniva stuprata, neanche le sue amiche. Il primo degli indagati è già finito a processo. Nelle chat con gli amici, una frase inequivocabile: "Me la sono fatta". Secondo il gip si è trattato di uno stupro di gruppo messo in atto con "particolare tracotanza e una altrettanto preoccupante violenza, e uno spirito prevaricatore davvero inquietante".

223 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views