Stupro di Capodanno a Roma: furono le amiche della vittima a portare la droga, dicono i carabinieri
Si è svolta una nuova udienza a porte chiuse sul caso dello stupro di una ragazza di 16 anni avvenuto in una villa di Primavalle, Roma, nella notte di Capodanno del 2020. Ieri è stato ascoltato uno degli investigatori che si è occupato delle indagini e quest'ultimo ha ricostruito i motivi per cui Patrizio Ranieri è accusato (è l'unico imputato maggiorenne per ora) della violenza. Secondo i pm il giovane avrebbe abusato della ragazza insieme ad altri approfittando del suo stato di incoscienza, dovuto all'assunzione di alcol e droga. Per questo è finito a processo.
Gli investigatori hanno spiegato che la droga fu portata alla festa dalle amiche della ragazza e, altro punto centrale nel dibattimento, i primi rapporti avvennero già alle 23, prima dell'assunzione di alcolici e stupefacenti. Si tratta di uno dei nodi principali che i giudici dovranno sciogliere: i rapporti violenti ci sono stati, è stato provato dalle perizie, e sono avvenuti approfittando dello stato di incoscienza della ragazza. L'imputato, tuttavia, ammette soltanto un rapporto consenziente.
Sulla biancheria intima della vittima, inoltre, sono state trovate tracce di cinque dna, che non appartengono al ragazzo e agli altri due, minorenni, per i quali il procedimento comincerà a breve. Altri due indagati maggiorenni aspettano ancora di capire se finiranno a processo oppure no.
Nelle chat con gli amici, l'imputato si è vantato: "Me la sono fatta". Frasi che confermano, quindi, il rapporto. I giudici dovranno stabilire se si trattava di rapporto consenziente oppure no. Secondo i pm quella notte la ragazza è stato messo in atto uno stupro di gruppo con "particolare tracotanza e una altrettanto preoccupante violenza, e uno spirito prevaricatore davvero inquietante". Le indagini, tra l'altro, sono state segnate da silenzi e reticenze da parte dei giovani testimoni dell'accaduto.