Stupratore seriale, parla una ragazza adescata in chat: “Mi sono salvata grazie alla mia diffidenza”
"La mia diffidenza mi ha salvata, sento di aver scampato un grave pericolo". Irene – nome di fantasia – ha raccontato a Fanpage.it di essere una delle donne contattate da Ubaldo Manuali, il cinquantatreenne arrestato e portato nel carcere di Regina Coeli a Roma per violenza sessuale e diffusione di materiale porno. Una donna lo ha denunciato di averla adescata sui social network, di averle chiesto un incontro per poi drogarla, stuprarla e fotografarla. Nel suo smartphone gli investigatori avrebbero trovato immagini di varie donne. Le vittime, almeno tre, non ricordano nulla di quanto accaduto.
Irene ha spiegato di aver visto Ubaldo alcuni mesi fa ad un evento ma di non averci parlato, lui presumibilmente notandola tra gli amici in comune di Facebook l'avrebbe aggiunta per poi scriverle nella chat privata. "Ciao, come stai? Mi pare di averti già vista". Irene parla di messaggi galanti, mai volgari, un breve scambio di battute al quale però ha deciso di mettere subito fine. "Il suo aspetto inizialmente mi ha colpita, è un bell'uomo e ha dei modi che non passano inosservati".
Poi anche per lei la richiesta di uscire insieme: "Non mi sono fidata, sono sempre molto cauta sulle persone che non conosco, soprattutto quelle che mi contattano tramite social. Non lo ritengo un modo sano d'approccio, soprattutto pensando a tutto ciò che accade oggi alle donne, non mi sono sentito sicura". Ricordiamo per completezza d'informazione che Manuali è innocente fino al terzo grado di giudizio, che nei suoi confronti il giudice ha disposto una misura cautelare temporanea e che le indagini sono ancora nella fase preliminare.
Irene ha spiegato come si è sentita quando è venuta a conoscenza che l'uomo che le aveva scritto è stato arrestato ed è finito in carcere: "Quando ho visto il suo viso sugli articoli di giornale ho pensato di averlo già visto, ma lì per lì non ricordavo dove. Mi sono venuti i brividi pensando che se avessi accettato sarei potuta anche io essere tra le donne finite nella sua rete. Mi sento immensamente grata". Irene reduce da questa esperienza che avrebbe potuto avere per lei un esito diverso attraverso Fanpage.it vuole lanciare un appello alle giovanissime e alle donne per metterle in guardia: "Fate attenzione a chi vi contatta e con chi uscite, alcune persone mentono nascondendosi dietro ai social network, si spacciano per quello che non sono costruendo un'immagine di sé fuorviante".