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Stupra una 16enne a Ponza, la telefonata della giovane ai genitori: “Aiuto, mi ha violentato”

Ha violentato una sedicenne che stava andando a buttare la spazzatura a Ponza. La terribile telefonata della ragazza per chiedere aiuto ai genitori e la corsa verso l’appartamento.
A cura di Beatrice Tominic
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Ha violentato un ragazza di 16 anni mentre si trovava a Ponza per la stagione estiva, come lavoratore in ristoranti e bar. Per lui, un trentaquattrenne romano, è arrivato il foglio di via per tre anni da Formia e una denuncia, ma resta a piede libero. E mentre lui condivide storie da una discoteca del litorale romano, nell'isola è rimasta l'adolescente che, dopo una serie di controlli medici, ha iniziato il percorso con una psicologa. È ancora sotto shock.

"Suo padre era al lavoro al ristorante quando è arrivata la chiamata – ha spiegato la titolare del locale – Era proprio la sedicenne. Era in lacrime, ha detto di essere stata aggredita e violentata in casa da uno sconosciuto".

Lo stupro mentre andava a buttare la spazzatura

La ragazza è uscita di casa per buttare la spazzatura. Ed è lì che, nel pianerottolo fra l'ingresso dell'abitazione in cui lei vive con la sua famiglia e quello dell'appartamento in cui alloggiava, insieme ad altri lavoratori stagionali, i due si sono scontrati. Le porte delle due abitazioni sono vicinissime. Lui l'ha spinta dentro casa sua. E lì, come sembrano confermare le testimonianze e anche i primi esami medici, avrebbe abusato di lei. 

L'arrivo dei soccorsi

Era sola in casa in quel momento, i genitori si trovavano entrambi al lavoro, nei rispettivi locali. Non appena arrivate le telefonate, entrambi hanno raggiunto la ragazza in casa. Al loro arrivo, sul posto, c'erano già i carabinieri e gli operatori sanitari. E la sedicenne, ancora sotto shock. È stata prima sottoposta alle visite nel poliambulatorio dell'isola, poi trasferita in elicottero a Latina e, infine, a Roma. Rientrata ieri a Ponza, ha confermato il racconto fatto domenica sera, non appena avvenute le violenze, ai carabinieri che stanno continuando le indagini per capire se ci sia la presenza o meno di altri testimoni.

Il racconto dei titolari dei locali

"Stavamo preparando il servizio per la cena quando è arrivata la chiamata. Appena ho capito cosa è successo, ho chiamato il 112", dice la titolare del ristorante in cui lavora il padre della ragazzina, come riporta il Messaggero. Stesso copione anche per la mamma, anche lei al lavoro quando è arrivata la telefonata. La donna, dopo la chiamata della figlia, è stata accompagnata nell'appartamento. Ora la famiglia si è trasferita in un nuovo alloggio.

L'indagato rientrato a Roma

Il trentaquattrenne, Manuel L, accusato degli abusi nei confronti dell'adolescente, è stato denunciato a piede libero e raggiunto da un foglio di via da Ponza e dal divieto di rientro a Formia per tre anni. Ma non è escluso che la sua condizione possa peggiorare. Rientrato nella capitale, era arrivato a Ponza tramite un'agenzia di reclutamento del personale. Qualche giorno prima era stato cacciato da un ristorante perché aveva molestato alcune clienti.

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