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Studenti in classe: “Difendiamo la Palestina”, la prof li chiama jihadisti e mette una nota

I militanti di Opposizione Studentesca d’Alternativa (Osa) hanno denunciato tramite Fanpage.it come tre studenti del Liceo Albertelli di Roma non siano stati liberi di manifestare le loro idee a difesa della Palestina, ma che al contrario una prof li ha insultati, etichettandoli come terroristi e mettendo una nota.
A cura di Alessia Rabbai
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Tre studenti di sedici anni chiamati terroristi da una professoressa di religione, perché hanno difeso il loro stare dalla parte della Palestina. A denunciare l'accaduto Opposizione Studentesca d'Alternativa (Osa) che ha raccontato a Fanpage.it quello che ha definito "gravissimo atto repressivo". La vicenda è accaduta nella mattinata di oggi, mercoledì 19 maggio, al Liceo Pilo Albertelli di Roma. Secondo i militanti di Osa, la docente ha preso di mira tre suoi alunni del secondo anno, un ragazzo e due ragazze, che stavano facendo volantinaggio davanti agli ingressi della scuola a difesa della Palestina, a seguito degli attacchi missilistici e del conflitto in Medio Oriente, invitando i coetanei a prendere parte al corteo in programma il 22 maggio, in occasione del Global Health Summit.

"La prof è entrata in classe dicendo buongiorno jihadisti"

"La professoressa è entrata in aula dicendo ai tre studenti ‘Buongiorno ai jihadisti', insultandoli davanti ai compagni di classe e marcandoli come terroristi – ha spiegato Tommaso di Osa e studente dell'Istituto Albertelli – Quarantacinque minuti con la docente che invece di fare lezione ha sostenuto una discussione con gli alunni, cercando di imporre la sua idea in modo autoritario, senza permettere loro di esprimersi liberamente e dire la propria opinione sul diritto dei palestinesi alla vita, alla pace, alla loro autodeterminazione e al termine della quale uno dei tre studenti ha ricevuto una nota".

"Studenti liberi di manifestare le loro idee"

Osa ha inoltre annunciato un presidio di protesta per domattina a partire dalle ore 7.30 davanti all'istituto a via Daniele Manin nel corso del quale chiederà al dirigente scolastico di esprimersi sulla vicenda, prendendo una posizione. "Il nostro obiettivo è denunciare l'accaduto – spiega Osa – affinché in una scuola gli studenti siano lasciati liberi di manifestare il loro pensiero, come nel caso specifico, a difesa della Palestina, senza dover essere censurati dai professori e senza dover ricevere una nota disciplinare per le proprie idee".

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