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Studenti di Sapienza chiedono dimissioni rettrice: “Nessuna parola di condanna contro polizia”

Studenti riuniti ancora in facoltà a Scienze Politiche: “La rettrice non ha espresso alcuna condanna contro le forze dell’ordine, chiediamo le sue dimissioni”.
A cura di Beatrice Tominic
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Hanno aperto la giornata di oggi con nuove riunioni per spiegare le ragioni che li hanno spinti ad occupare, la scorsa notte, la facoltà di Scienze Politiche: sono gli e le studenti dell'università di Roma La Sapienza che con la loro azione hanno voluto mandare un forte segnale alla rettrice e all'intera comunità accademica.

"Ieri è stata una notte lunga ma di cui andiamo fieri: abbiamo dimostrato di non essere degli studenti facinorosi come ci hanno dipinto – hanno dichiarato di fronte al cortile della facoltà, gremito di persone – Martedì scorso aveva chiesto di appendere uno striscione davanti all'ingresso, è stata chiamata la polizia in tenuta antisommossa che ha caricato studenti disarmati e a volto scoperto, causando loro lesioni a testa braccia e gambe. Si tratta di una violenza gratuita e di un abuso di Stato su cui la nostra rettrice non ha espresso parole di condanna nei confronti dell'operato delle forze dell'ordine non assumendosi nessuna responsabilità". E sono stati intonati nuovi cori contro le forze dell'ordine fuori dall'università e contro la rettrice alla quale, fin dal primo momento, gli e le studenti hanno chiesto le dimissioni.

Gli e le studenti in assemblea

"Si è sentito un cambio di passo: non sappiamo se sia per il governo, ma c'è stato un cambio dell'atmosfera. Quindi sì, siamo preoccupati, ma non ci limitiamo a questo, noi siamo qua per creare mobilitazione e parlare con gli studenti – hanno continuato – È stato un moento emblematico: mentre Giorgia Meloni faceva le sue dichiarazioni, noi stavamo ricevendo le manganellate. Queste cose ci sono sempre state, continueranno ad esserci purtroppo: noi saremo lì per combatterle. Questo governo ci preoccupa, è di estrema destra, ma non stavamo meglio sotto ai governi precedenti".

L'occupazione della facoltà ieri sera

Dopo i fatti di martedì scorso, le e gli studenti di Sapienza si sono dati appuntamento per una riunione nel pomeriggio di ieri alle ore 17. Dopo poco meno di due ore, hanno invaso i corridoi della sede, chiedendo al preside Marci di poter spostare l'assemblea all'interno: in quel momento la facoltà è stata dichiarata occupata. Scienze Politiche è rimasta occupata per tutta la notte. Stamattina, a partire delle ore 8, sono state organizzate un'assemblea e una conferenza stampa per spiegare le ragioni che hanno spinto il corpo studentesco a decidere di occupare.

Studenti presi a manganellate

I fatti che hanno scatenato l'ira del corpo studentesco sono avvenuti martedì scorso, 25 aprile. In università erano presenti agenti della polizia fin dalle ore 8 della mattina. Per le 10 era stato organizzato un evento dall'associazione Azione Universitaria sul "capitalismo buono", con ospiti Daniele Capezzone e Fabio Roscani, deputato Fratelli d'Italia e presidente di Gioventù Nazionale, insieme a due insegnanti della facoltà. "Hanno dato la disponibilità dell'aula e hanno acconsentito all'iniziativa senza neppure avere una controparte: alcune iniziative, come quelle sul Kurdistan e la Palestina sono saltate per questo – hanno spiegato a Fanopage.it alcuni studenti – Così abbiamo deciso di essere noi la controparte. Ma quando abbiamo chiesto di appendere uno striscione, hanno reagito. Di quel momento ricordo solo il rumore dei manganelli sui nostri corpi".

A seguito di quanto accaduto, la rettrice ha inviato una comunicazione agli e alle studenti dell'Università: "Vista la particolare veemenza delle proteste di un gruppo di persone intenzionate ad entrare in aula per interrompere il convegno, il Dirigente del servizio predisposto dalla Questura di Roma, a cui spetta la tutela dell’ordine pubblico, ha deciso di intervenire per garantire la sicurezza collettiva – ha scritto in una nota inviata lo stesso martedì 25 ottobre –  L’Università deve essere un luogo in cui si studia, si cresce, in cui bisogna incontrarsi e confrontarsi, ma non scontrarsi fisicamente. Condanniamo ogni forma di violenza e garantiamo, ad ogni individuo che agisca secondo i Principi costituzionali, il diritto a manifestare liberamente le proprie opinioni nel rispetto della pluralità delle idee".

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