Studenti della Sapienza contro il Green Pass: “Ma non vogliamo manifestare con i fascisti”
Il certificato verde non piace ad alcuni studenti universitari. E la protesta ora tenta di spostarsi dal mondo virtuale a quello reale. Ieri mattina si è svolta la prima assemblea a Roma per mobilitarsi contro il Green Pass. Tutto è partito dal un gruppo Telegram “Sapienza contro il green pass” (che ora conta quasi 4mila iscritti) e si sono presentati all’appuntamento una ventina di ragazzi. Seduti in cerchio, all’ombra degli alberi del Parco delle Energie su via Prenestina, hanno discusso per un paio d’ore su azioni più o meno concrete da portare avanti.
Sono quasi tutti studenti de La Sapienza, iscritti alle facoltà più disparate: Ingegneria, Lingue orientali, Filosofia, Psicologia, Scienze della formazione, Scienze politiche, Antropologia, Economia, Farmacia. Ad alzare l’età media dei partecipanti ci pensa un docente di Roma Tre che propone lezioni ed esami all’aperto come forma di protesta. Parlano del Green Pass obbligatorio per accedere alle università come una discriminazione.
“Ci sono studenti e professori, che per motivi più disparati e personali non vogliono vaccinarsi e non vengono tutelati”, spiegano prima di iniziare l’incontro alla stampa andata a curiosare.Ma ci tengono a precisare: “Non siamo contro i vaccini. Alcuni colleghi si sono vaccinati nei mesi scorsi ma non approvano l’utilizzo del certificato verde. Non etichettateci come no vax perché è sbagliato”.
Una protesta politica ma non sanitaria, sintetizzano così il loro pensiero anche per non andare sul ben più spinoso tema dei vaccini. “Non possiamo sottoporci ad un trattamento verso il quale non siamo d’accordo solo per un ricatto e per non rischiare sanzioni,” spiega Valerio, studente di Antropologia e tra i moderatori del gruppo Telegram.
Un altro nodo da sciogliere è quello legato alla manifestazioni. A Roma da diverse settimane è piazza del Popolo il teatro delle proteste “no Green Pass” ma c’è una presenza scomoda: i militanti di Forza Nuova. “Non mi chiedete di manifestare insieme ai fascisti non ce la faccio” ,sbotta una studentessa di Economia. Il prossimo passo sarà la stesura di una lettera condivisa da studenti, ricercatori e insegnati e inviarla a tutti gli organi di governo dell'università.