Studenti contro no green pass al corteo dei Cobas a Roma: strappati i manifesti e gli striscioni
Momenti di tensione durante il corteo per lo sciopero generale indetto dai sindacati di base. Uno spezzone composto da alcuni studenti si è staccato per fronteggiare un ristretto gruppo di manifestanti no green pass. Una trentina in tutto, tra lavoratori e ragazzi più giovani, sfilavano dietro allo striscione no green pass. Gli studenti si sono avvicinati e hanno strappato via lo striscione per poi correre via. È seguito un violento scontro verbale.
Sciopero generale "contro il governo Draghi"
Alle 10 i manifestanti si sono dati appuntamento in piazza della Repubblica a Roma: tra le strade della capitale il corteo aperto dallo striscione "Uniti/e contro il governo". In testa le bandiere dei sindacati di base Cobas e Usb. Lo sciopero generale di 24 ore è stato indetto per oggi, lunedì 11 ottobre, da tutte le sigle del sindacalismo di base. In piazza, tra le bandiere delle organizzazioni sindacali, i lavoratori di Alitalia e GKN. Anche gli studenti medi e gli universitari si sono uniti alla manifestazione. Ai microfoni di Fanpage.it, Pierpaolo Leonardi del sindacato Usb ha dichiarato: "Lo sciopero di oggi è importante. È uno sciopero contro le politiche economiche e sociali del governo Draghi. Ed è sopratutto uno sciopero contro le ipotesi di utilizzo del Pnrr. Sono in ballo 270 miliardi che dovrebbero servire, per quanto riguarda noi, a ridurre le diseguaglianze".
Sindacati di base uniti per la prima volta: le rivendicazioni
"Abbiamo fatto una cosa che non è mai stata fatta: abbiamo unito tutte le sigle del sindacalismo di base e conflittuale": così in un intervento dal microfono alla testa del corteo. A sfilare da piazza della Repubblica fino a piazza Santi Apostoli ci sono tutte le sigle del sindacalismo di base, da Cobas a Usb. Si sono uniti allo sciopero decine di lavoratori dei magazzini della logistica nel Lazio: tra Brt, FedEx, Sda e Gls. Importante la presenza dei lavoratori di Alitalia e della GKN di Firenze. Mentre il corteo sfila nel centro storico, ci sono altri appuntamenti previsti nella mattinata a Roma: proteste delle aziende in crisi sotto al Mise, ma anche al ministero dell'Istruzione. Tutti confluiscono in piazza Santi Apostoli per l'appuntamento conclusivo. Tra le motivazioni e gli obiettivi dello sciopero ci sono: "la riduzione del tempo di lavoro a parità di salario", l'abolizione del Jobs Act e della riforma Fonero, il reddito universale, la "rivalutazione delle pensioni attuali" e il "rilancio dello Stato sociale". Antonio Amoroso, di Cub trasporti, ha chiarito ai microfoni di Fanpage.it le rivendicazioni della piazza, volendo andare oltre la questione del green pass: "Le questioni che incombono sul paese sono molteplici. Riguardano in particolare il mondo del lavoro e vengono taciute. Sì, c'è il rischio che si parli solo di green pass ed è proprio per questo che questa piazza vuole invece parlare di tutto il resto che finora è rimasto nascosto. Sicuramente il problema del green pass c'è, ma qui si parla della questione del lavoro, dei diritti sociali".
Green pass: "Odioso scaricare sui lavoratori la mancanza di coraggio del governo"
La questione del green pass c'è e si sente. Attraversa le anime del corteo. Amoroso ha dichiarato: "Noi crediamo che la questione del green pass sia una questione estremamente importante. È odioso scaricare sui lavoratori la mancanza di coraggio del governo di prendere una decisione magari sull'obbligo vaccinale". Sempre ai nostri microfoni, il sindacalista della Usb Pierpaolo Leonardi ha detto: "Noi riteniamo che tutti i cittadini e i lavoratori si debbano vaccinare siamo però contrari all'utilizzo del green pass perché non è una misura sanitaria. Il green pass è solo uno strumento di coercizione e di controllo dei luoghi di lavoro". Nel comunicato stampa dei Si Cobas Roma, si leggono le posizioni e le richieste del sindacato in merito al green pass sul luogo di lavoro: "Tamponi gratuiti e tracciamento di massa, protezione e distanziamento per estirpare il covid-19! Contrastiamo l'azione di divisione dei lavoratori perseguita dal governo per conto dei padroni con il green pass per sgravarsi di ogni minimo obbligo in tema di sicurezza sul lavoro e trasformare il covid in un problema individuale del singolo che deve pagare con una parte del proprio salario".