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Studentessa bullizzata nel liceo esclusivo di Roma Nord: “Le dicevano ‘Torna in quel posto di me**a’”

La doppia denuncia della madre della 14enne a Repubblica: ai comportamenti dei bulli si affianca la reazione inaccettabile della Rome International School, che minimizza e parla di “eventuali punizioni a settembre”. La giovane è stata costretta a trasferirsi: a settembre rientrerà in classe a Milano.
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“Colpevole” di aver lasciato uno dei ragazzi più popolari e invidiati della scuola. E non di una scuola qualsiasi, ma della Rome International School, esclusivo istituto internazionale privato da 25mila euro l’anno con sede a due passi dalla Farnesina, a Nord della Capitale. È proprio tra queste mura che si sarebbero verificati i gravi episodi di bullismo denunciati da una studentessa 14enne, ormai ex, perché costretta a lasciare il corso proprio per colpa dei cinque bulli che le hanno reso questo ultimo anno di scuola un vero e proprio inferno. A riportare l’accaduto, la madre della ragazza a Repubblica. Ma a destare scalpore non è “solo” la cattiveria e la maleducazione dei suoi compagni di classe - i corsi sono frequentati da figli di vip, come calciatori, politici, imprenditori e gente del mondo dello spettacolo - ma anche la reazione della scuola: l’istituto prima ha minimizzato l’accaduto, non approfondendo le indagini, poi ha rimandato a settembre la decisione riguardo a eventuali provvedimenti disciplinari.
“Colpevole” di aver lasciato uno dei ragazzi più popolari e invidiati della scuola. E non di una scuola qualsiasi, ma della Rome International School, esclusivo istituto internazionale privato da 25mila euro l’anno con sede a due passi dalla Farnesina, a Nord della Capitale. È proprio tra queste mura che si sarebbero verificati i gravi episodi di bullismo denunciati da una studentessa 14enne, ormai ex, perché costretta a lasciare il corso proprio per colpa dei cinque bulli che le hanno reso questo ultimo anno di scuola un vero e proprio inferno. A riportare l’accaduto, la madre della ragazza a Repubblica. Ma a destare scalpore non è “solo” la cattiveria e la maleducazione dei suoi compagni di classe – i corsi sono frequentati da figli di vip, come calciatori, politici, imprenditori e gente del mondo dello spettacolo – ma anche la reazione della scuola: l’istituto prima ha minimizzato l’accaduto, non approfondendo le indagini, poi ha rimandato a settembre la decisione riguardo a eventuali provvedimenti disciplinari.

Quattro mesi di inferno quotidiano

Gli odiosi atteggiamenti di cinque suoi compagni di scuola hanno trasformato le mattinate in un incubo: ogni volta che Sara (nome di fantasia), di soli 14 anni, entrava in classe, dai loro banchi partivano insulti e cori denigratori nei confronti della studentessa nata a Milano. “Vai a mangiare la cotoletta” o “Torna in quel posto di me**a”, i più frequenti. Secondo il racconto della madre a Repubblica, ogni volta c’era qualcuno che credendosi particolarmente simpatico si alzava in piedi per far circolare l’aria esclamando: “C’è puzza di me**a, apriamo le finestre”. Senza farsi mancare offensivi cori come “Milano in fiamme”. Continui risolini e prese in giro, canali di comunicazione bloccati o pieni di offese. Per la ragazza la situazione è diventata ben presto invivibile: “È arrivata al punto di pensare di farla finita”, ha raccontato la madre. La sua “colpa”? Aver lasciato uno dei ragazzi più ambiti della scuola, tanto è bastato per dare il via a quella che si è rivelata essere una vera e propria persecuzione.

La risposta inadeguata dell'istituto privato

“La Rome International School non ha mosso un dito per tutelare nostra figlia – denunciano i genitori della 14enne – L’istituto ha scritto, in una relazione sui fatti accaduti, che quelle erano ‘solo canzoni da stadio’. Come se mia figlia non avesse compreso che, secondo loro, era tutto un gioco. Non è così”. La scuola ha inoltre dichiarato che eventuali decisioni verranno prese solo a settembre: una scelta inaccettabile per la madre della ragazza, che ha visto con i suoi occhi la sofferenza causata alla figlia, talmente insopportabile da costringerla a cambiare non solo plesso scolastico, ma anche città.

L’istituto, per voce del Chief education officer e garante del protocollo, Daniel Jones, ha spiegato che in casi come questo si segue un iter ben preciso, fatto di tre livelli: si sentono la famiglia, gli studenti, si coinvolgono i presidi e anche altri professionisti. “Noi siamo al terzo livello richiesto dai genitori alla metà di luglio – ha spiegato – Valuteremo le azioni alla fine del procedimento e dobbiamo aspettare settembre”. Ma la madre della giovane studentessa non ci sta: “L’indagine si è basata su domande agli studenti di questo tipo: ‘Hai detto qualcosa a Rita?’. Dodici su 32 hanno detto che c’erano stati atti di bullismo, nove hanno negato, gli altri non si sa. I fatti ci sono stati, semplicemente a scuola non hanno proceduto come dovevano. Ci sentiamo presi in giro: noi abbiamo denunciato alla scuola quanto subito da nostra figlia già a febbraio e abbiamo fatto scrivere anche dal nostro avvocato”.

Elemento che peggiora ulteriormente un quadro già critico, non si tratterebbe del primo caso di bullismo registrato tra le aule dell’esclusivo istituto: secondo quando riportato dai genitori di Rita, “sarebbe la terza in fuga dalla scuola privata. Di certo un altro ragazzino è andato via. Anche lui bullizzato da almeno due dei cinque che perseguitavano mia figlia”. Qualunque sarà la decisione della scuola, Rita a settembre cambierà istituto e città: l’attende un nuovo inizio a Milano, dove si trasferirà con il fratello e la madre. “Andiamo via sconfitti – il commento di quest’ultima – A Milano mi aspetto persone che almeno non potranno tacciarci di avere un accento diverso dal loro”.

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