Studente aggredito dopo la manifestazione per la Palestina: in un video il volto degli aggressori
Pietro, il nome è di fantasia, ha da poco compiuto diciotto anni e frequenta l'ultimo anno del liceo Righi. Sabato scorso con alcuni suoi compagni di classe e di scuola, ha partecipato alla manifestazione per la Palestina di Piramide. Prima dello scoppio degli incidenti Pietro si allontana: "Ho deciso così di andare via con una compagna di classe e un mio amico, pensavo fosse finita". Mentre cammina verso Circo Massimo, lasciatosi alle spalle i cordoni di polizia, viene affiancato da un giovane che gli chiede una sigaretta. Ha i capelli ricci sotto un cappello che gli copre parte del viso, uno scalda collo lo rende quasi irriconoscibile. Avrà qualche anno più di Pietro, quando questo alza il video per rispondere alla domanda gli sferra due pugni in faccia e tenta di strappargli la bandiera della Palestina che stringe in mano. Il resto si risolve in una manciata di secondi: altri due giovani gli sono subito addosso, lo prendono a calci e pugni mentre è buttato a terra, poi scappano con il loro "trofeo", la bandiera.
"Non ho avuto paura in quei momenti è stata più l'adrenalina, e per fortuna non mi sono neanche fatto troppo male, ma la rabbia di aver subito un'aggressione per le mie idee rimane", racconta a Fanpage.it. Quelli del collettivo Ludus hanno subito denunciato quella che sono convinti essere la matrice della violenza: "È stata un'aggressione sionista". Non è la prima volta che elementi della comunità ebraica in questi mesi cercano lo scontro diretto con i "pro Pal". La militanza legata ad alcuni settori della destra ebraica a Roma è particolarmente attiva, e in questi mesi di guerra si è fatta sempre più disponibile alla violenza. Giovani che si sentono di godere anche di una certa impunità per agire indisturbata.
Questa volta la matrice potrebbe essere ben presto dimostrata: nel video (che abbiamo potuto guardare direttamente) si vedono con chiarezza i volti degli squadristi, e le immagini sono state consegnate alle forze dell'ordine. "Ho deciso di sporgere denuncia per avere chiarezza su quanto accaduto, anche in ospedale quando sono andato a farmi refertare (la prognosi è di tre giorni ndr) ho detto senza mezzi termini che ero stato aggredito, e che l'aggressione aveva la finalità di colpirmi in quanto portavo una bandiera palestinese", spiega Pietro, che di questa disavventura avrebbe fatto volentieri e meno, che voleva solo manifestare contro le bombe.