Streptococco fra i bambini, casi in aumento a Roma: come riconoscere l’infezione
Non più Covid fra i bambini in età scolare: adesso il virus che sta infettando i più piccoli è lo streptococco, un batterio comunemente presente nella gola che può causare malattie anche gravi. I più a rischio sono i bambini e la bambine fra i 2 e i 6 anni, ma sono stati rilevati casi anche fra gli e le studenti di medie e scuole superiori.
In particolare, la variante pyogenes si trasmettere molto facilmente: si trova nella gola e nel naso e per infettarsi bastano anche solo colpi di tosse e qualche starnuto (oltre al contatto salivare). I più colpiti sono le bimbe e i bimbi più piccoli, che ancora frequentano l'asilo nido: rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, come riporta il Messaggero, secondo i medici l'infezione è aumentata del 20%. Secondo i farmacisti, in base alle richieste di tamponi che arrivano, il dato sarebbe anche maggiore.
I sintomi e come riconoscere l'infezione
Mal di gola, febbre, dolori muscolari: i sintomi sono gli stessi di influenza e tonsillite. Per riconoscere se un bimbo o una bimba ha contratto l'infezione è necessario che sia sottoposto ad un test.
"Negli ultimi tempi la richiesta degli autotest era molto bassa, ma nell'ultimo mese è aumentata: le ditte ci hanno impiegato un po' per inviarci il materiale – ha spiegato un farmacista – Il test è molto rapido ma non è facile: con il tampone occorre raggiungere le tonsille e nei bambini piccoli può essere complesso".
Ha specificato, inoltre, che a differenza del covid, non vengono registrati i casi positivi in una piattaforma creata dalla Regione: "Rilasciamo solo il referto alla famiglia o al genitore".
L'appello dei pediatri: "Usate l'antibiotico solo se necessario"
Nelle circa 3mila farmacie presenti a Roma, in questo periodo, vengono venduti quotidianamente circa una decina di test: nel 2022, invece, le richieste erano pari a zero.
"L'infezione da streptococco è sempre esistita, ma ora si ricorre al test se c'è anche solo una persona positiva – ha spiegato Teresa Rongai, a capo della Federazione italiana medici pediatri del Lazio – Attenzione, però: nel caso in cui i bimbi o le bimbe non dovessero avere sintomi, non devono assumere antibiotici (cosa che, invece, deve fare chi presenta sintomi)".