Straordinario ritrovamento al parco dell’Appia Antica: spunta la testa di un dio fra gli scavi

La testa di un dio barbuto. È quanto riemerso dagli scavi nel Parco dell'Appia Antica, nell'area archeologica delle Tombe di via Latina. Nei giorni scorsi, mentre erano in corso i lavori nel parco archeologico, è stata rinvenuta la testa lapidea, all'interno della basilica di Santo Stefano. Dai primi riscontri, sembra che si tratti della testa di un uomo con la barba, probabilmente una divinità. La statua era posta nelle fondamenta della basilica. Proprio per questa ragione la testa appare coperta da diversi strati di malta: soltanto dopo ulteriori analisi ed esami sarà possibile ricostruire con certezza chi rappresenta.

A chi appartiene la testa ritrovata negli scavi dell'Appia Antica
Barba e capelli ricci, tratto sottile e preciso. Potrebbe appartenere a un dio la testa scolpita e ritrovata nei giorni scorsi fra gli scavi del parco archeologico. Si preannuncia una scoperta eccezionale, di grande pregio, sebbene con il passare del tempo sia finita nelle fondamenta della basilica paleocristiana e ancora adesso sia nascosta fra gli strati di malta, materiale duro e resistente che, oltre ad oscurarne la bellezza e l'eleganza, degna del dio che rappresenta, forse Giove addirittura, rende più difficoltoso stabilire l'epoca a cui risale.

Il ritrovamento e gli esami sulla scultura
Il reperto, una volta visionato dal personale del Parco Archeologico dell'Appia Antica, è stato messo in viaggio verso Matera, dove l'Istituto Centrale per il Restauro di Matera si occuperà della documentazione, dello studio della tecnica di esecuzione e della diagnostica del manufatto. Con il personale esperto, anche gli studenti della Scuola di Alta Formazione per il Restauro – ICR. L'intervento rientra nella collaborazione fra l'Istituto e il Parco per la promozione di standard metodologici condivisi e protocolli scientifici innovativi nel campo dell'archeologia e del restauro.
Dopo un primo periodo a Matera, la statura tornerà nei laboratori di restauro di Roma, dove verrà ultimato l'intervento. I risultati permetteranno, oltre alla conoscenza specifica del manufatto, di arricchire il contesto storico-artistico dell'epoca tardoantica nella zona dell'Appia Antica.