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Sparatoria a Fidene

Strage di Fidene, le mail ignorate che segnalavano le falle di sicurezza al poligono: “Solo una svista”

Per tre volte un’ispettore di polizia ha segnalato con una pec le falle di sicurezza nel poligono di Tor di Quinto. L’allarme è stato ignorato. “Arrivano migliaia di pec al giorno, è stata una svista”.
A cura di Natascia Grbic
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Nient'altro che "una svista". Così la dirigente di polizia Agnese Cedrone ha definito la mancanza di provvedimenti presi in seguito a tre Pec inviate dal commissariato di Ponte Milvio sulle inesistenti misure di sicurezza del poligono di tiro di Tor de Quinto. E così, la mattina dell'11 dicembre 2022, Claudio Campiti è riuscito a uscire dal poligono con in mano una pistola. La stessa che uccise quattro donne e ferì cinque persone a Fidene mentre erano impegnate in una riunione del consorzio Valleverde nel gazebo di un bar di via Monte Giberto. Quella ‘svista' ha devastato le vite di decine di persone.

‘È successo che quelle tre note sul poligono non sono mai state viste dall'operatore, arrivano migliaia di pec al giorno – ha continuato Cedrone -. È stata una svista. Un fatto del genere non è mai avvenuto sotto la mia dirigenza. È stato purtroppo un caso unico".

Per tre volte era stata segnalata la pericolosità delle mancate regole di sicurezza al poligono di Ponte Milvio. Dove chi voleva poteva prendere una pistola e uscire indisturbato dalla struttura, senza che nessuno facesse dei controlli. Per questo a processo, per quella che è nota come ‘la strage di Fidene‘, sono finiti non solo l'esecutore materiale degli omicidi, Claudio Campiti, ma anche il presidente della Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma e un dipendente addetto al locale dell'armeria.

Già dieci mesi prima la polizia aveva segnalato falle nelle sicurezza del poligono e chiesto interventi immediati per eliminarle. L'occasione fu una segnalazione arrivata sull'app YouPol di un uomo che annunciava di voler prendere un'arma al poligono per andare in Vaticano a risolvere ‘questioni personali'. Gli accertamenti condussero a un uomo di Montecompatri, che non risultò pericoloso. Ma un ispettore di polizia fece visita al poligono per verificare le misure di sicurezza.

"Notai subito che non c'erano controlli di sicurezza all'entrata e all'uscita – ha detto l'ispettore in aula, ascoltato come testimone -. Fra l'armeria e la linea di tiro c'erano circa 200 metri, si passava dal parcheggio e dal cortile, dal quale era possibile uscire senza passare per alcun controllo. Parlai con il presidente del poligono, gli dissi che questa prassi non era giusta e che non si poteva continuare così". Da lì l'ispettore inviò ben tre note per segnalare la pericolosità della situazione. Furono tutte ignorate. Fino alla strage, costata la vita a Sabina Sperandio, Elisabetta Silenzi, Nicoletta Golisano e Fabiana De Angelis.

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