Strage di Fidene, la frase choc: “Siamo certi che le vittime siano morte per lo sparo?”
Continuano le battute iniziali del processo sulla strage di Fidene che vede come unico imputato Claudio Campiti, l'uomo che l'11 dicembre 2022 sparò durante una riunione di condominio uccidendo quattro donne. Oggi in aula si è svolta la seconda udienza preliminare dove sono stati chiamati in causa come responsabili civili la Federazione di tiro a volo e i Ministeri dell'Interno e della Difesa citati in giudizio. Il 27 novembre il gup Roberto Saulino deciderà se accogliere l'estromissione fatta dai loro difensori oppure andare avanti sulla responsabilità civile. Quel giorno, forse, si stabilirà anche se rinviare a giudizio il killer Campiti, accusato di quattro omicidi volontari e di cinque tentati omicidi, come chiesto dal pm titolare dell'inchiesta Giovanni Musarò.
Caos in aula
In aula oggi è stato il turno delle difese dei due ministeri e dell'Unione italiana tiro a segno. Ma in particolare un punto delle loro arringhe ha turbato i parenti delle vittime, presenti insieme ai loro difensori. "Il collega che difende l'Unione italiana tiro a segno ha provato a screditare le autopsie – ci ha spiegato l'avvocato Nicola Finamore, difensore di parte civile, al termine dell'udienza – affermando che loro non hanno potuto partecipare a questi esami che avrebbero potuto invece evidenziare delle patologie esistenti come concausa della morte".
Insinuare quasi il dubbio sulla causa della morte nel caso di una sparatoria ha provocato una inevitabile reazione in aula. Il marito di una delle quattro vittime ha accusato un malore ed è stato quindi necessario interrompere l'udienza per alcuni minuti. "Dopo queste parole è successo il finimondo – ha aggiunto l'avvocato Fabrizio Gallo, difensore di parte civile – ma come si può parlare di malattie pregresse di fronte ad un'esecuzione vera e propria?".