Strage di Fidene, dissequestrato il gazebo del bar dove Claudio Campiti ha ucciso quattro donne
Il gazebo del bar di via Monte Giberto dove l'undici dicembre Claudio Campiti ha ucciso quattro persone e ne ha ferite tre, è stato dissequestrato. "Non essendo più necessario mantenere il sequestro ai fini di prova, i Carabinieri questa mattina hanno tolto i sigilli e riconsegnato il gazebo ai titolari del bar", spiegano i militari in una nota. Il gazebo era stato sequestrato il giorno degli omicidi per i rilievi del caso e per raccogliere le prove. Adesso, a distanza di quasi venti giorni, è tornato nella disponibilità dei proprietari.
La mattina dell'undici dicembre Claudio Campiti è entrato nel gazebo dove si stava tenendo una riunione del Consorzio Valleverde e ha cominciato a sparare. Le prime vittime sono state tre donne della dirigenza del comprensorio. Una quarta donna è morta qualche ora dopo in ospedale, dove era arrivata già in condizioni disperate. A essere uccise sono state Sabina Sperandio, Nicoletta Golisano, Elisabetta Silenzi e Fabiana De Angelis, quest'ultima morta in ospedale. Se Silvio Paganini, uno dei residenti del consorzio, non si fosse buttato sul killer, il bilancio delle vittime sarebbe potuto essere più alto.
Dopo la sparatoria, sono emersi dettagli su Claudio Campiti e la vita che conduceva. Viveva nello scheletro di una villa mai finita di costruire nel consorzio Valleverde, al lago del Turano, e da anni si scagliava contro la dirigenza del comprensorio, accusata in un blog delirante di rendergli la vita impossibile e di derubarlo. L'uomo, che nel 2012 aveva perso un figlio sulle piste da sci, si era isolato da tutto e da tutti e viveva una vita in solitaria, mantenendosi con qualche lavoretto saltuario. L'undici dicembre è andato a Fidene, dove si stava tenendo la riunione del consorzio, e ha attuato il suo folle piano: voleva uccidere tutti, non c'è riuscito solo perché è stato bloccato. Non ha mai mostrato segni di pentimento finora.