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Sparatoria a Fidene

Strage di Fidene, chiamati a testimoniare Piantedosi e Crosetto: “Responsabili anche i ministeri”

“Hanno ammesso tutti e quattro i responsabili civili: Ministero dell’Interno e della Difesa, Tiro a Segno Nazionale di Roma, cioè il poligono e l’Unione Italiana Tiro a Segno”, le parole dell’avvocato di parte civile a Fanpage.it.
A cura di Beatrice Tominic
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Uno scatto nella mattina della strage di Fidene, dopo l'arrivo dei carabinieri.
Uno scatto nella mattina della strage di Fidene, dopo l'arrivo dei carabinieri.
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"I responsabili civili sono quattro enti: Tiro a Segno Nazionale di Roma, cioè il poligono; Unione Italiana Tiro a Segno, cioè la federazione che sta al di sopra di Tiro a Segno Nazionale; Ministero della Difesa e Ministero dell'Interno – spiega a Fanpage.it l'avvocato di parte civile Francesco Innocenti – Con l'ultima udienza, quella di ieri, siamo riusciti a farli ammettere tutti e quattro".

In Aula sono state rigettate tutte le istanza presentate dai quattro enti e sono state ammesse le testimonianze dei ministri in carica dell'Interno e della Difesa, Matteo Piantedosi e Guido Crosetto. Saranno poi loro a scegliere se presentarsi in aula o meno. Ciò che è certo, è che fra i responsabili civili, stavolta, sono stati ammessi anche i due ministeri.

La prossima udienza

Il prossimo incontro in aula è stato fissato per il 14 maggio. "Secondo la legge i ministri potranno scegliere se comparire in aula o meno nella prossima udienza. Vedremo cosa decideranno di fare", continua a spiegare l'avvocato Innocenti.

"Sono tenuti al risarcimento del danno per non aver esercitato i propri doveri di vigilanza e controllo", ha dichiarato la presidente Paola Roja riguardo ai due ministeri. Omissioni sul controllo e la vigilanza di armi, invece, è l'accusa nei confronti della Sezione Tiro a Segno Nazionale di Roma e un dipendente addetto al locale dell’armeria del poligono.

Nel frattempo in aula ieri è stato richiesto di acquisire alcuni documenti in vista della prossima udienza, fra cui l'atto con cui la questura di Rieti aveva rigettato la richiesta di porto d’armi avanzata da Campiti. La difesa, invece, ha chiesto di ascoltare la testimonianza del professore psichiatra Stefano Ferracuti che ha incontrato Campiti in carcere sulle sue condizioni psicologiche e mentali. Nella prossima udienza, infine, oltre a mostrare il video della sparatoria da una telecamera di sorveglianza, saranno ascoltati anche i carabinieri intervenuti dopo l'allarme.

I quattro responsabili civili

Nel frattempo il fatto che siano riconosciuti i responsabili di parte civile rappresenta, ai fini del processo, una piccola ma grande vittoria. "Hanno più responsabilità del killer", era stato il commento dopo la scorsa udienza, quando era stato deciso di svolgere un unico procedimento per Claudio Campiti e per il poligono da cui ha prelevato le armi utilizzate, quello di Tor di Quinto. Lo stesso da cui tempo prima sono state prese altre armi, utilizzate per una rapina e per un suicidio.

"Un vero e proprio arsenale a pochi passi dai palazzi del potere romani. E anziché inserire misure di sicurezza elaborate – ha dichiarato il legale in precedenza – Il ministero della Difesa inserisce fra i beni essenziali un bar".

La strage di Fidene e i capi di accusa

Oltre ai responsabili civili, al banco degli imputati siete il killer, Claudio Campiti, che nella mattinata dell'11 dicembre del 2022 ha aperto il fuoco durante una riunione del Consorzio Valleverde, organizzato a Fidene, in via Monte Gilberto.

Non appena entrato si è rivolto verso il tavolo che ospitava l'ufficio di presidenza del consorzio, poi in due gli si sono scagliati contro. Quattro le persone colpite dagli spari e uccise. Nicoletta Golisano, Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio e Fabiana De Angelis. Le accuse nei confronti di Campiti sono di omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi; di tentato omicidio di altre cinque persone e di lesioni personali derivate dal trauma psicologico subito dai sopravvissuti.

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